Miro Klose-gol e la Lazio festeggia la quarta vittoria di fila
Il pareggio a reti bianche della Roma a Genova contro una coriacea Sampdoria (complimenti a Mihajlovic: i suoi blucerchiati sanno mettere la museruola anche alle big) offriva alla Juve la ghiotta occasione di riportare a tre le lunghezze di vantaggio sui giallorossi. Obiettivo centrato con il minimo sforzo, complice anche la modestia e l’eccessiva timidezza di un Palermo che, nei 90 minuti dello Stadium, ha tirato una sola volta dalle parti di Buffon. Troppo poco per sperare in un finale diverso dal 2-0 poi maturato sul campo, pur contro una Juve sì padrona assoluta delle operazioni ma lenta e prevedibile. Le scorie di Atene non sono state smaltite del tutto e gli uomini di Allegri sembrano attraversare una fase di comprensibile ma pericoloso appannamento. A dare la scossa, infatti, è stato sempre Tèvez che, però, non ha più la condizione straripante di una ventina di giorni fa. Fra le altre cose, suo l’assist per l’1-0 di Vidal. E proprio dal tabellino dei marcatori giungono le notizie migliori in casa bianconera: Vidal e, soprattutto, Llorente si sono sbloccati. Per lo spagnolo, peraltro, si tratta della prima rete stagionale, pur agevolata dalla posizione irregolare (e attiva) di Carlitos non segnalata da Calvarese. Per il resto, Marchisio ha offerto una prestazione a tutto campo da applausi: copertura, corsa, conclusioni, sgroppate sulla fascia e anche un pò di aiuto regia ad un Pirlo ancora a corto di fiato e di condizione. Ma il Palermo era veramente un test poco indicativo. Mercoledì al Ferraris contro i rossoblu, si potrà fare un check up più completo.
L’1-0 di Vidal al Palermo
Sabato sera, come accennato, la Roma non era riuscita a perforare il bunker di una Sampdoria comunque non solo impermeabile dietro ma anche molto aggressiva in mezzo al campo e davanti. Lo 0-0 è risultato giusto nella sostanza che ha visto due squadre annullarsi a vicenda anche se, in termini di palle-gol, a fronte dell’occasionissima gettata al vento dall’ex Okaka, si registrano il palo di Gervinho e il colpo di testa ravvicinato a botta sicura di Florenzi (da tempo immemore, almeno in maglia giallorossa, non lo si vedeva sulla linea dei centrocampisti) su cui un Romero rispolverato da Sinisa causa infortunio di Viviano ha dimostrato come quella del Mondiale fosse vera gloria: il suo balzo felino a strozzato in gola l’urlo del gol agli ospiti.
Llorente, di testa, chiude la contesa
Se Atene non piange ma storce un pò il naso, sull’altra sponda del Tevere, Sparta ride. E di gusto. Il 2-1, comunque sofferto, all’Olimpico su un combattivo Torino, vale il quarto successo consecutivo in questo campionato: alla società biancoceleste non accadeva da due anni, per il tecnico Stefano Pioli, addirittura, si è trattato di un’inedito su una panchina di A. Anche in questo caso, l’ottava giornata sembra aver sortito un effetto elettrizzante su altri due reduci della finale iridata del Maracanà: Miro Klose, anima dello spogliatoio ma partito per l’ennesima volta dalla panchina, entra in campo nella ripresa (scelta bizzarra quanto coraggiosa e, a posteriori, felice di Pioli che mette dentro il suo panzer al posto di uno spento Felipe Anderson, a fianco e non al posto di Djordjevic) e segna con un rapinoso tap in il gol-vittoria su corta respinta di un Gillet molto in difficoltà nel gestire il fendente calciato da distanza siderale da Candreva su punizione. Il “kaiser” manca, poi, di pochissimo il tempo per il corretto avitamento in area che sarebbe valso la terza rete, quela della tranquillità. Ma va più che bene così. Un campione ritrovato.
Lucas Biglia esulta per la punizione dell’1-0 al Toro
Ma la palma del migliore in campo in assoluto, non ce ne voglia il tedesco, spetta certamente all’altro reduce del Maracanà: l’argentino Lucas Biglia, signore del centrocampo, efficace nei contrasti quanto preciso in impostazione, capace, lui che non è esattamente un piè veloce, di alzare notevolmente il ritmo del palleggio, giocando di prima. Decisivi anche alcuni recuperi difensivi a sostegno di una retroguardia che qualche lacuna continua a mettere in mostra (un paio di errori grossolani di Radu, una chiusura non definitiva di Ciani che lascia il pallone a Farnerud, libero di calciare per l’1-1 con Cavanda che non accorcia). Oltre a tutto questo, e sarebbe già da stropicciarsi gli occhi, anche la prima rete stagionale. Su punizione, poi. Una chicca. Da sottolineare, poi, l’ennesimo riuscito cocktail di qualità e quantità servito da Antonio Candreva: diagonale che costringe Gillet a salvarsi in angolo, palo, punizione-bomba da cui nasce la rete devcisiva di Miro. In mezzo, tante corse, cross, tocchi vellutati e pericoli costanti per la retroguardia granata. Da rivedere solo l’antico difetto di arretrare troppo il baricentro una volta in vantaggio. Per il resto, la squadra di Pioli c’è e per la terza piazza se la giocherà sino in fondo. Bello anche lo striscione della Curva Nord dedicato ai due tifosi della Roma, papà e figlioletto, scomparsi al rientro da Roma-Bayern e la dedica di Klose a Stefano e Cristian De Amicis.
I compagni salutano il ritorno del “kaiser”
Lo striscione della Nord dedicato agli sfortunati tifosi della Roma
Tornano alla vittoria, dopo una settimana (e non solo) a dir poco burrascosa, Inter e Napoli. I nerazzurri passano di misura a Cesena grazie ad un rigore contestatissimo da parte romagnola per intervento del portiere Leali (espulso, decisione ancor più contestata) su Palacio. Icardi trasforma per l’1-0 definitivo. Dopo, pur in inferiorità numerica, grande reazione d’orgoglio cesenate con l’Inter che si limita a chiudere ma sprecando un quantitativo industriale di ripartenze tutte con i crismi della pericolosità per banali errori di preisione e per l’incuria degli attaccanti , quasi sempre in off side.
Il Napoli, invece, travolge 6-2 il Verona ma non è stata una passeggiata. Anzi. I veronesi, in vantaggio al pronti via con una fucilata dalla distanza di Hallfredsson, non disturbato da alcuno della solita dormiente difesa partenopea e con la complicità di un Rafael non irreprensibile, avevano gelato il S.Paolo e retto bene l’urto dei padroni di casa. Sino ad un minuto dall’intervallo: il pari del ritrovato Hamsik cambiava l’inerzia. Lo stesso slovacco portava in vantaggio i suoi in avvio di secondo tempo, ma gli scaligeri trovavano ancora la forza di reagire con il pari di Nico Lòpez. Ma il serbatoio ospite era vuoto: di lì in poi era mattanza azzurra con Callejòn e un “pipita” Higuaìn che rompeva il digiuno con una fragorosa tripletta (l’ultimo su rigore). La squadra di Benitez è parsa finalmente sbloccata davanti, ma le lacune difensive rimangono un problema di soluzione quasi impossibile.
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