Primo banco di prova per l’intesa tra Pd, M5S, Fi e Lega sulla legge elettorale che, se l’iter parlamentare farà il suo corso senza intoppi, sarà applicata in caso di elezioni anticipate il prossimo autunno. Il testo modellato sul “sistema tedesco” e frutto dell’accordo tra i quattro principali partiti italiani approda alla Camera questa mattina, ma dopo le modifiche e i correttivi al maxi emendamento presentato dal deputato Pd Emanuele Fiano, sembra essere piuttosto lontano dall’impianto elettorale attivo in Germania.
Quel sistema tedesco che tedesco non è. Di sicuro, il Germanicum o Rosatellum o Mattarellum bis (comunque lo si voglia chiamare) è un sistema proporzionale quindi assegna un numero di seggi in base ai voti ricevuti da quel partito su base nazionale. Le varie forze politiche dovranno ottenere almeno il 5% delle preferenze se vorranno entrare in Parlamento (la cosiddetta soglia di sbarramento): i voti degli “esclusi” saranno poi ripartiti tra i partiti vincitori.
In questo quadro, la componente maggioritaria che nel sistema tedesco è ben bilanciata con quella proporzionale, è in realtà fortemente ridimensionata. in Germania l’elettore deve mettere due X diverse, una che designa il candidato nel singolo collegio uninominale e una alla lista, mentre in Italia il voto disgiunto non sarà possibile: ogni candidato è associato ad una lista quindi votando per lui si voterà anche per il partito corrispondente.
Ma allora che funzione hanno i 225 collegi maggioritari previsti dal testo oggi alla Camera? I vincitori nei singoli collegi sono in realtà i primi ai quali vengono assegnati i seggi previsti (su base proporzionale) per quel partito. Una volta assegnato un seggio a tutti i vincitori dei vari collegi uninominali si assegnano seggi ai candidati dei listini.
Altra grande differenza: In Germania i seggi in Parlamento non sono fissi: questo rende possibile che i candidati eletti con il sistema uninominale – quello del primo voto – sono eletti in ogni caso, anche se sono in numero maggiore rispetto alla quota proporzionale che spetterebbe a un certo partito in base ai voti di lista. Il Parlamento attuale, per esempio, è composto da 630 membri. Nel 2009 erano 622.
Se la votazione di oggi andrà come previsto, la nuova legge elettorale, sostenuta dalla maggioranza, dovrebbe essere approvata definitivamente entro la prima settimana di luglio e quindi essere pronta per essere applicata nel caso, molto probabile, in cui si arrivasse alle elezioni anticipate tra fine settembre ed inizio ottobre 2017.
Nel frattempo, continuano le proteste del leader di Alleanza popolare Angelino Alfano, che oggi in conferenza stampa ha affermato di essere pronto a presentare una delega da scrivere entro “90 o 120 giorni” dall’ok definitivo del testo, contenente alcune modifiche, riguardanti in particolare i modi di designazione dei collegi uninominali che per Alfano contengono “palesi ragioni di incostituzionalità”.
“Se il Pd boccia questa nostra proposta – aggiunge il leader di Ap – avrà candidamente confessato che vuole andare al voto prima. Inutile girarci intorno”.
P.M.
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