Rapporto dell’Osservatorio Luiss sull’illegalità: un’organizzazione silenziosa ha messo le mani sugli appalti e sul business dell’usura.
Potente e silenziosa, vicina al cuore delle istituzioni italiane. La criminalità nel Lazio raggiunge un fatturato di oltre un miliardo di euro. La malavita organizzata estende i suoi tentacoli sugli appalti, gestisce il traffico internazionale di droga e comanda il racket delle estorsioni. L’analisi su questo fenomeno è stata formulata dall’Osservatorio Luiss sulla legalità dell’economia, che questa mattina ha presentato il rapporto 2013, i cui risultati non sono proprio rassicuranti. Il Pil delle mafie è stato calcolato in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, che ha messo a disposizione di studenti e docenti della Luiss i dati relativi a tre macroaree del Lazio: la capitale, Ostia e Fondi.
“Roma è una città in cui la mafia opera e lo fa in maniera silenziosa – ha affermato Chiara Rosa Blefari, responsabile dell’Osservatorio per la legalità – . Il Lazio è la prima regione per segnalazioni di riciclaggio”.
Le pressioni della malavita organizzata producono anche una contrazione dell’economia legale, quella messa all’angolo, spremuta dal racket e spesso costretta a scendere a patti con i clan pur di sopravvivere. “Il tema della legalità in rapporto all’economia ci interessa molto: è nell’illegalità che si ha la contrazione dell’economia del Paese”, ha dichiarato Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss.
“Con le indagini dell’ultimo anno abbiamo sfatato la leggenda secondo cui non ci siano mafie strutturate a Roma – ha affermato il procuratore capo Giuseppe Pignatone – C’è una presenza strutturata delle mafie tradizionali nella parte meridionale del Lazio e grossi investimenti mafiosi a Roma città. È stata appurata la presenza di due organizzazioni in particolare, una legata a Cosa Nostra ed una autonoma, nella zona di Ostia, strutturate in maniera tradizionale, con regole rigide e un ricorso sistematico alla violenza”
Nel corso della presentazione del rapporto 2013 è intervenuto anche l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, docente della Luiss. “La crisi economica rappresenta una fonte di vita per la criminalità organizzata, in particolar modo per l’usura, ma l’Italia resta in prima fila nella lotta alle mafie – ha spiegato -. La sanzione sociale resta l’elemento fondamentale per combattere questi fenomeni. Pertanto, è indispensabile continuare a creare, attraverso educazione, prevenzione e informazione, una cultura antimafia”.
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