Inizia oggi il lungo viaggio di Papa Francesco nei Paesi dell’Africa centrale. La prima volta nel Continente nero, per portare la sua parola di incoraggiamento e speranza nei Paesi che andrà a visitare. L’itinerario, che si concluderà lunedì prossimo, 30 novembre, si delinea faticoso, anche in considerazione dell’età del Pontefice, ma soprattutto difficile per le diverse realtà presenti sul territorio. La Repubblica Centrafricana è la tappa più a rischio. Ma Bergoglio ha fortemente voluto questa visita ed è lì, nella capitale Bangui, che anticiperà l’apertura dell’Anno Santo il 29 novembre. “Avrò la gioia di aprire per voi, un po’ in anticipo, il Giubileo della Misericordia, che sarà per tutti, mi auguro, l’occasione provvidenziale per un autentico perdono, da ricevere e da dare, e un rinnovamento nell’amore”, ha detto il capo della Chiesa cattolica in un videomessaggio rivolto alla popolazione, aggiungendo che è “pronto a sostenere il dialogo interreligioso per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese. So che è possibile, perché siamo tutti fratelli”.
L’aereo di Francesco è atterrato nel primo pomeriggio all’aeroporto internazionale “Jomo Kenyatta”.
Durante il volo verso l’Africa, papa Francesco come è solito fare ha risposto di buon grado alle numerose domande dei giornalisti al seguito: “Buongiorno, voglio salutarvi e ringraziarvi per la vostra presenza e il vostro lavoro in questo viaggio”. Sono state le sue prime parole ai 74 cronisti di testate internazionali. “Io – ha aggiunto il Santo Padre – vado con gioia a trovare i keniani, gli ugandesi e i fratelli della Repubblica Centrafricana. Vi ringrazio per tutto quello che farete perché questo viaggio dia i frutti migliori, siano materiali che spirituali. E così mi piacerebbe salutarvi uno per uno”. E a un giornalista che gli chiedeva se non fosse nervoso per il rischio di attacchi durante la sua visita in Kenya, Uganda e Repubblica centrafricana, ha invece risposto con una battuta: “Sono più preoccupato per le zanzare”.
Già ieri il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva commentato l’allarme lanciato dai servizi francesi riguardo ai rischi legati a questa visita: “Non ci risultano elementi nuovi di preoccupazione per cui il programma continua ad essere quello previsto. Il Papa spera vivamente di portare il suo messaggio di pace”.
Danze tradizionali, balli e canti moderni e tanti costumi colorati: così Nairobi ha festeggiato il suo arrivo. Ad accoglierlo il presidente della Repubblica del Kenya, Uhuru Kenyatta, con il quale ha avuto un incontro privato. Contemporaneamente ha avuto luogo un incontro bilaterale tra le delegazioni vaticana e keniota al quale erano presenti, da parte vaticana, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, i cardinali Filoni, Turkson e Njue e gli arcivescovi Becciu, Balvo e Anyolo. Al termine del colloquio privato, la famiglia del Presidente è stata ammessa nello Studio dove ha luogo lo scambio dei doni.
Le successive mete sono Entebbe (Uganda) il 27 novembre e Bangui (Repubblica Centrafricana) il 29 novembre. Il viaggio apostolico si concluderà il 30 novembre con l’arrivo alle ore 18.45 all’aeroporto di Roma Ciampino.
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