Mercoledì delle Ceneri, il segnale della nuova quaresima che porterà il 31 marzo ad una nuova Pasqua di Resurrezione. È il mercoledì delle udienze papali, per Benedetto XVI, dopo l’annuncio della sua rinuncia, la sua penultima udienza pubblica. Con un brevissimo discorso sceglie di spiegare ai fedeli i motivi del suo gesto che ha lasciato incredula non solo la curia ma tutto il mondo cattolico. Il racconto dell’evangelista Luca, nel IV Capitolo, precede le sue parole: la tentazione di Cristo nel deserto, il lungo digiuno e il diavolo che gli chiede di trasformare in pane una pietra. Ma non è di solo pane che vive l’uomo”.
C’è da immaginarsi che Benedetto XVI, meglio ancora che l’uomo Joseph Ratzinger, abbia fatto lo stesso percorso di Gesù. Tra sofferenze e tentazioni. La sofferenza di lasciare una Chiesa che oggi più che mai ha bisogno di un riferimento sicuro, con persone con una fede incrollabile anche davanti agli scandali di uomini che Dio dovrebbero rappresentarlo ma lo fanno male. In un momento in cui è necessario resistere ad una secolarizzazione invadente. La tentazione: quella di continuare, pur senza le forze necessarie per guidare una chiesa oggi più che mai impegnativa. Oppure lasciare la via indicata dal Padre, con una grande, pesante, dolorosa rinuncia frutto di un encomiabile atto di umiltà.
Il Pontefice, nella penultima udienza in Sala Nervi, ha confermato che la sua scelta è stata fatta “in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede”.
E’ facile immaginare il dramma vissuto per capire se sia giusta questa decisione di un uomo sicuro che “Il Signore ci guiderà”, sostenuto e illuminato dalla ”certezza che la Chiesa è di Cristo, il quale non le farà mancare la sua guida e la sua cura”.
Sodano, Bertone e Re sono i tre i cardinali chiamati a gestire il governo della Chiesa dal giorno in cui inizia la sede vacante (primo marzo). Il Conclave verrà convocato entro metà marzo e vedrà la partecipazione di 117 cardinali.
A sorpresa James Martin, gesuita solitamente molto critico col Vaticano e con Ratzinger, sul NYT elogia Benedetto dicendo che con le dimissioni “Ratzinger ha dimostrato immensa libertà spirituale, mettendo il bene dell’istituzione e di un miliardo di cattolici prima del potere e del mantenimento dello status quo”.
Perché l’ha fatto? Nei conciliaboli i sussurri dicono di un Papa stanco ma anche da troppo tempo non supportato a dovere dai suoi principali collaboratori. Il suo gesto è stata un’ultima potente azione di governo con il quale ha posto la curia romana nelle mani di un successore dotato dell’indispensabile energia richiesta per un ineludibile rinnovamento. Non dimenchiamo infatti che nelle mani del 266esimo successore di Pietro arriverà anche il dossier su Vatileaks redatto da tre cardinali sotto segreto pontificio. Conoscerà dunque i nomi dei responsabili dello scandalo verso i quali agirà come riterrà opportuno.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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