Sessantamila in piazza a Roma, da tutt’Italia, in una piazza del Popolo che non è riuscita a contenerli tutti. Sono piccoli imprenditori, commercianti e artigiani, chiamati da Rete Imprese Italia a manifestare le loro difficoltà.
Dire che sono stanchi è un eufemismo, tartassati come sono da fisco e burocrazia che ha costretto 372 mila imprese, di tutti i calibri, a chiudere i battenti solo nel 2013. Una media di 1000 al giorno. Chiedono «meno tasse e burocrazia, più rispetto e dignità» perché «senza impresa non c’è l’Italia».
Nella piazza ribattezzata, Piazza delle Imprese, la rabbia è tanta, la pazienza è finita: «Ci avete spremuto come limoni», lamenta un cartello issato nel cielo della Capitale, mentre sventolano bandiere di Confcommercio, Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confesercenti.
Devono cambiare registro”; 372.000 imprese hanno chiuso nel 2013, per la crisi economica e per “l’ incapacita’ politica ed istituzionale” di affrontare la situazione. “Noi non molleremo – ha dichiarato Marco Venturi, presidente di Confesercenti – saremo dialoganti ma pronti a tornare in piazza, in tutte le piazze italiane, se non avremo concrete e rapide risposte dalle nostre istituzioni. Siamo stanchi, stanchi: chiediamo rispetto, meritiamo più rispetto – ha gridato dal palco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – Non c’ e’ più tempo ed è a rischio la pace sociale. La politica non può fare finta di niente. Se non avremo risposte – avverte – ci riproveremo ancora e saremo più numerosi e più determinati”.
Devono cambiare registro”; 372.000 imprese hanno chiuso nel 2013, per la crisi economica e per “l’ incapacita’ politica ed istituzionale” di affrontare la situazione. “Noi non molleremo – ha dichiarato Marco Venturi, presidente di Confesercenti – saremo dialoganti ma pronti a tornare in piazza, in tutte le piazze italiane, se non avremo concrete e rapide risposte dalle nostre istituzioni.
Siamo stanchi, stanchi: chiediamo rispetto, meritiamo più rispetto – ha gridato dal palco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – Non c’ e’ più tempo ed è a rischio la pace sociale. La politica non può fare finta di niente. Se non avremo risposte – avverte – ci riproveremo ancora e saremo più numerosi e più determinati”.
‘‘Bastano 60 mila voci che gridano all’unisono che ‘ senza impresa non c’è Italia’ a dare la sveglia a uno Stato che sembra non accorgersi della sofferenza di chi ha sino ad ora sostenuto l’ economia di questo Paese?’‘. Se lo chiede il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando la manifestazione organizzata da Rete Imprese Italia svoltasi oggi a Roma.
‘L’uscita dalla crisi può avvenire solo se queste aziende saranno messe nuovamente nella condizione di poter lavorare e di essere competitive – aggiunge Zaia – Sembra una affermazione banale e scontata, ma purtroppo non lo e’ se si considerano le penalizzanti politiche economiche degli ultimi Governi. Politiche che hanno portato allo stremo il nostro tessuto imprenditoriale, che hanno colpito proprio coloro i quali rappresentano la risorsa umana e professionale da cui ripartire’. Mi auguro davvero – conclude Zaia – che almeno questa volta i palazzi romani abbiano raccolto il grido disperato che viene dal mondo produttivo e che il nuovo Governo attui finalmente quelle iniziative per il sostegno alle imprese non piu’ rinviabili. Le 600 mila partite Iva del Veneto non possono più aspettare”.
‘L’uscita dalla crisi può avvenire solo se queste aziende saranno messe nuovamente nella condizione di poter lavorare e di essere competitive – aggiunge Zaia – Sembra una affermazione banale e scontata, ma purtroppo non lo e’ se si considerano le penalizzanti politiche economiche degli ultimi Governi. Politiche che hanno portato allo stremo il nostro tessuto imprenditoriale, che hanno colpito proprio coloro i quali rappresentano la risorsa umana e professionale da cui ripartire’.
Mi auguro davvero – conclude Zaia – che almeno questa volta i palazzi romani abbiano raccolto il grido disperato che viene dal mondo produttivo e che il nuovo Governo attui finalmente quelle iniziative per il sostegno alle imprese non piu’ rinviabili. Le 600 mila partite Iva del Veneto non possono più aspettare”.
Appello al governo nei giorni scorsi anche da Confindustria. “Dateci un paese normale e vi faremo vedere di cosa saremo capaci”, ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi di fronte a una sala dell’Unione Industriale di Torino con più di 600 imprenditori confluiti da tutta la regione. Alla manifestazione Squinzi ha precisato che
non è contro un governo o a favore di un altro governo che può venire. E’ una protesta contro una cultura antindustriale che ormai da qualche decennio è diventata prevalente”.
E da Torino lo stesso giorno è partita la “marcia dei 40 mila” in versione moderna: gli imprenditori interessati al progetto possono contribuire andando sul sito internet ‘ripresaeimpresa’. Qui si svolge la “marcia digitale” ideata da Marco Testa del gruppo Armando Testa e da Reply all’insegna dello slogan “Amo l’Italia ma non basta”: ogni imprenditore potrà realizzare un video di 30 secondi e inserirlo sul sito, per raccontare cosa non vada in Italia e dare, come dice lo stesso Testa, “una scossa, non distruttiva come quella dei forconi, ma con amore”. Al termine della raccolta di tutti i contributi si realizzerà un documento digitale di denuncia da presentare al governo.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy