A Telefonica va oltre il 65% di Telco. Gli spagnoli conquistano la maggioranza della holding che controlla il 22,4% di Telecom Italia. Ma, dal punto di vista della governance, ovvero dei diritti di voto, in un primo momento tutto rimarrà immutato: Madrid, prima di avere pieni poteri, dovrà attendere le autorizzazioni regolamentari e antitrust da Brasile e Argentina. E comunque non prima del 2014. E anche allora, secondo gli accordi, il peso dei soci italiani nel governo di Telecom resterà rilevante, con i diritto di nominare i primi due nomi in lista (presidente e ad) e la metà dei candidati. Ma sempre dal 2014, una volta ottenute le autorizzazioni dagli antitrust brasiliano e argentino, Telefonica potrà acquistare tutto il pacchetto dei soci italiani.
Un altro pezzo italiano passa in mani straniere: la parabola di Telecom che va agli spagnoli e quella dell’Alitalia, che in queste stesse settimane vede concretizzarsi la salita dei soci transalpini di Air France dal 25% al 50%, sono percorsi in qualche modo paralleli che segnano la fine di un’età illusoria, il fallimento di un modello ibrido fatto di capitali privati e di una politica che a seconda dei casi aveva aperto le porte ai nuovi padroni – come in Telecom – o di spinta a cercare azionisti – come in Alitalia – magari lasciando intravedere contropartite su altri piani.
I Cesaroni tornano sul set romano: per la regia di Claudio Amendola, al via le riprese della serie cult da lunedì 17 marzo. Esattamente 11 anni dopo l’ultima stagione, la …