Dal cartone animato, alla serie tv, ad internet, le giovani generazioni hanno oggi un’ampia possibilità di scelta per quanto riguarda la fruizione e l’approccio alle storie in televisione. A Venezia il Festival dell’animazione cross-mediale mostra un vasto e variegato panorama fatto di fumetti, videogiochi, cartoni, film e serie tv in continua evoluzione e sempre più incline ad una costruttiva ‘contaminazione’. I prodotti Disney per la televisione sono tra quelli che meglio riescono a catturare l’interesse e il favore di un’ampia fascia di pubblico, dai giovani ai loro genitori.
Abbiamo chiesto a Elizabeth De Grassi, dal 2008 direttore dei programmi per la Walt Disney Television Italia, ospite della 19° edizione di Cartoons on the Bay, che chiude oggi i battenti, di spiegarci come nasce un programma per ragazzi di successo nel mondo Disney. Più in particolare, qual è la chiave del grande risultato in termini di audience di programmi come Alex & co., una serie tutta italiana di cui è già stata annunciata la terza stagione e che è in concorso al Festival per il Pulcinella Award come miglior “Serie Tv Live Action”.
“Il primo segreto sta nel conoscere bene il pubblico. I sogni, i desideri e anche le paure sono elementi fondamentali nell’età di passaggio che va dai 10 ai 14 anni, sono tre forze tumultuose che è importante rappresentare cercando di avvicinarsi il più possibile a come i ragazzi le vivono. In Alex & co. ad esempio la serie comincia con il primo giorno di scuola, che rappresenta proprio una delle più grandi paure di questa età ed è il momento in cui i ragazzi vivono un passaggio importante, si conoscono nuovi compagni, si viene giudicati”.
Con l’attuale proliferare di canali tematici che producono in continuazione nuovi e accattivanti miti per i più giovani, come è riuscita la Disney a mantenere nei suoi personaggi, animati e non, e nelle sue storie valori umani puliti, semplici ma forti?
“Disney è un brand con una eredità enorme. La nostra preoccupazione principale è quella di mantenere lo stile originale di questo marchio ad un livello alto e, pur di salvaguardare questo aspetto, siamo disposti anche a rinunciare agli ascolti. Noi controlliamo meticolosamente tutto quello che va in onda, tutto ciò che viene prodotto e tutti i messaggi che vengono veicolati, anche i possibili sottotesti nascosti che passano attraverso le storie. Ad esempio per decidere se introdurre nei dialoghi una parola come “fichissimo”, fino a poco tempo fa considerata un po’ volgare, ci abbiamo riflettuto per mesi, alla fine l’abbiamo approvata. Al tempo stesso un’altra delle nostre priorità, insieme a quella della ricerca dell’alta qualità dello story telling, è l’innovazione. “.
Quali sono i contenuti innovativi che i canali Disney hanno affiancato ai programmi?
“Quando i ragazzi si innamorano di un soggetto e si immedesimano in un personaggio non basta più solo la televisione. Il pubblico vuole conoscere e toccare con mano i personaggi che ama e quindi abbiamo ampliato l’esperienza attraverso altre forme di comunicazione tra cui la più forte è il sito, che rappresenta uno spazio in cui produciamo tantissimi contenuti per il target kids, come video, giochi e concorsi che riscuotono un notevole successo tra bambini e ragazzi”.
Come si crea un cast di successo per una serie televisiva per ragazzi?
“Per scegliere gli attori di una serie tv come Alex & co. se ne guardano 500 e se ne scelgono 5 – e si tratta di una stima per difetto-. Il casting director valuta che i giovani attori sappiano ballare, cantare, recitare e che possano piacere al pubblico, nel senso che non devono essere necessariamente belli, ma devono consentire al pubblico di potersi immedesimare in loro. Il regista poi deve saper mantenere l’affiatamento e l’unità all’interno del cast e aiutare gli attori a sciogliere gli inevitabili contrasti che si vengono a creare, in modo che la relazione tra loro sia sinceramente buona: perché questo è quello che traspare”.
Come è possibile che i programmi Disney riescano spesso a coinvolgere l’intera famiglia nella visione?
“Nei nostri programmi facciamo in modo che possano essere rappresentate un po’ tutte le fasce di età. Ad esempio anche laddove il programma è femminile o rivolto ad un pubblico di preadolescenti facciamo sempre in modo che possa esserci anche un personaggio maschile o di età inferiore con cui possano identificarsi anche altri spettatori. Pensiamo che sia interessante studiare programmi che possano essere visti da fratelli e sorelle insieme e da tutta la famiglia. Non a caso uno dei nostri programmi di maggior successo è stato Buona fortuna Charlie, una serie in cui era rappresentata una famiglia con molti figli e in cui erano proposte un po’ tutte le possibilità”.
I bambini amano ancora i cartoni animati o cominciano a preferire le serie tv?
“Il momento in cui i bambini passano dall’animazione alla live action è sempre più anticipato. Già verso i sei anni i bambini cominciano ad aver voglia di vedere cose più “vere”, salvo poi avere giustamente dei momenti di regressione in cui tornano a voler godere del rassicurante mondo colorato e non reale dell’animazione. Tuttavia sono due mondi che convivono nel bambino per un bel po’ di tempo. Inizialmente quando cominciano a vedere le cose in live action hanno un momento di rifiuto, perché vorrebbero sentirsi grandi, ma la voglia di tornare al mondo della fantasia resta sempre”.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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