La documentazione Ocse – questo un passaggio contenuto nella ricerca che ha coinvolto quasi 450mila laureati dei 64 atenei del consorzio inter universitario – indica che nel 2012 l’Italia si trovava agli ultimi posti per la quota di laureati sia per la fascia d’età 55-64 anni sia per quella 25-34. D’ altra parte – si legge nel rapporto – le aspettative di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione europea per il 2020, il 40 per cento di laureati nella popolazione di età 30-34 anni, sono ormai vanificate per ammissione dello stesso governo italiano”.
Rispetto alla precedente rilevazione, tutti i tipi di laurea esaminati hanno registrato un ulteriore incremento della quota di disoccupati: di quasi 4 punti percentuali tra i triennali e i magistrali a ciclo unico (per entrambi +15 punti rispetto alla rilevazione 2008); +2 punti tra i magistrali (+12 punti negli ultimi quattro anni). I segni di frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro si riscontrano, sia pure con qualche diversificazione, nella maggior parte dei percorsi disciplinari e per ogni tipo di laurea. (segue) Fra i laureati del 2012, il tasso di occupazione, riferito alla sola popolazione che non risulta iscritta a un altro corso di laurea, a un anno è pari al 66%: 4 punti percentuali in meno rispetto ai colleghi magistrali (70%), ma 9 punti in più di quelli a ciclo unico (57%). I laureati a ciclo unico risultano penalizzati da questo tipo di confronto poiché figurano frequentemente impegnati in attività formative non retribuite.
Il confronto con le precedenti rilevazioni a un anno conferma, per tutti i tipi di corso in esame e indipendentemente dalla condizione lavorativa al momento della laurea, una sensibile, ulteriore, frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro.
Le retribuzioni a un anno scendono ulteriormente rispetto alla rilevazione precedente. Complessivamente, si attestano attorno ai 1.000 euro netti mensili: 1.003 per il primo livello, 1.038 per i magistrali, 970 per i magistrali a ciclo unico. Rispetto alla precedente rilevazione, le retribuzioni reali risultano in calo, con una contrazione pari al 5% tra i triennali, al 3% fra i magistrali biennali e al 6% fra i colleghi a ciclo unico. Se si estende il confronto temporale all’ultimo quinquennio (2008-2013), si evidenzia che le retribuzioni reali sono diminuite, per tutte e tre le lauree considerate, del 20% circa.
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