Una Lazio tutto sommato buona e, a tratti, anche bella, sciupa un’occasione d’oro per ipotecare il secondo posto nel Gruppo D di Europa League, utile per accedere alla fase ad eliminazione diretta, e si fa bloccare sull’1-1 a Zurigo. Convincente l’avvio dei biancocelesti che creano subito i crismi della pericolosità, in particolare con Cisse ( molto opaca la sua prova, è in evidente debito d’ossigeno) che si trova una palla giusta ma, anziché tentare la volèe come nel derby, perde tempo nel controllo e si fa “murare”.
La Lazio spinge, chiudendo lo Zurigo nella propria metà campo e coglie al 22’ i meritati frutti di questa pressione con Sculli, lesto a girarsi per battere al limite dell’area piccola un incolpevole Guatelli ( sostituto di Leoni, risulterà il migliore in campo) a seguito di calcio d’angolo. Esultano, i biancocelesti, ma lo fanno per qualche decina di secondi di troppo. Infatti, alla ripresa del gioco, lo Zurigo si porta subito al limite dell’area ospite e Nikci, al termine di una pregevole triangolazione, tenta un piatto che, però, ha la dote di possedere non solo precisione, ma anche velocità, la difesa laziale “buca” il movimento difensivo e Marchetti, tradito anche da un’impercettibile deviazione fortuita di Radu, è battuto. La Lazio prova a ripartire con Matuzalem che manda fuori ma è lo Zurigo a mostrare maggior convinzione, sfiorando il raddoppio prima su un colpo di testa mal indirizzato di Lulic che, per poco, non beffa il suo portiere e, poi, su punizione che, invece, esalta le qualità dell’estremo biancoceleste. La ripresa inizia con molte novità: Lopez ( Reja assiste dalla tribuna, dovendo scontare la squalifica) manda in campo Rocchi al posto di un Cana che continua a fornire prestazioni sconcertanti, passando, così, dal 4-2-3-1 ad un più aggressivo 4-3-3. La partita diventa a senso unico con i capitolini a premere, orchestrati da un ispirato Hernanes e creano occasioni a grappoli: Rocchi reclama un rigore per un “affossamento” in area patito da Guatelli, Cisse colpisce al volo ma Guatelli fa buona guardia, Sculli spreca, Matuzalem va a scheggiare la traversa con un bolide da fuori e via sciupando. Lo Zurigo? Non pervenuto. Eppure, nonostante la propria inconsistenza, la formazione elvetica si procura la sua occasionissima con Alphonse che, però, solo, grazia Marchetti mandando di pochissimo a lato, dopo aver raccolto un debole appoggio in orizzontale di Radu. Ma non costruisce nulla e neanche difende troppo bene, se è vero che Lulic riesce in un coast to coast da urlo, terminato con un delizioso cross, vanificato dai compagni. L’ingresso, a 11’ dal termine, di Kozak favorisce altre due occasioni clamorose tra cui un piazzato di Hernanes che il ceco, coperto da una selva di uomini, non vede e impatta la palla con la coscia con Guatelli ormai battuto. Ed è sempre Kozak a costringere il portiere ex Fiorenzuola ad un autentico miracolo su incornata volante, innescata da un perfetto cross di Lulic. Si chiude così, tra mille rimpianti per le tante occasioni perse e per un gol subito, frutto di inaccettabile disattenzione. La vittoria dello Sporting per 2-0 sul Vaslui lascia ancora tutto in fieri per la qualificazione. L’altra italiana in campo, l’Udinese, stacca, di fatto, il biglietto per il turno successivo regolando, nel finale, l’Atletico Madrid per 2-0.
Daniele Puppo
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