Non è la droga che uccide di più – nella relazione annuale della Polizia di Stato è scritto infatti che il primato delle morti per sostanze stupefacenti spetta ancora all’eroina – ma l’ecstasy in pochi giorni ha fatto ben due vittime: la prima, Lamberto Lucaccioni, al Cocoricò di Riccione, la seconda Ilaria Boemi, la sedicenne trovata senza vita sulla spiaggia di Messina.
Come confermano anche i casi di cronaca la droga che ‘tira’ è dunque l’ecstasy, ma assunta in quantità 7-8 volte maggiore rispetto a quanto si faceva nel periodo di boom di questa sostanza, a fine anni ’90. Lo afferma Simona Pichini, esperta dell’Osservatorio alcol e droga dell’istituto superiore di Sanità, che ricorda come nel 90% dei casi di morti dovute a questa sostanza è la prima assunzione quella fatale.
“Una volta si prendeva una singola pasticca, 100-125 milligrammi, ma la moda è finita perchè questa sostanza dopo un po’ non ha più effetto – spiega Pichini –. I consumi erano crollati, invece proprio quest’estate si è avuto il ritorno. L’ecstasy, o Mdma, viene assunta però in concentrazioni sette o otto volte maggiori, diluita in un liquido da assumere lungo tutta la notte. Ovviamente una dose maggiore è anche molto più tossica, e può essere letale da subito. Di tutte le morti per ecstasy il 90% è alla prima assunzione”.
A decidere ‘che cosa va’, spiega Pichini, sono le organizzazioni criminali con l’aiuto degli stessi consumatori e ovviamente di Internet. “Il consumatore è usato come cavia – sottolinea – si butta il prodotto sul mercato e poi si registrano le reazioni dei ‘clienti’ sui forum. Il messaggio iniziale è ‘non l’hai mai provata’, e poi la moda viaggia sull’onda dei ‘mi piace’ degli utilizzatori, che spesso diventano anche spacciatori, con 4-5 dosi fanno 500 euro e si pagano la vacanza. Non c’è mai il contromessaggio che spiega che con questa droga muori”. Molto più contenuto è il fenomeno delle ‘smart drugs’, sostanze che in qualche caso non sono ancora state proibite.
“Sono fenomeni più di nicchia – sottolinea – si prova questo o quello ma non c’è poi una prosecuzione nel consumo, sia perché poi diventano proibite e più difficili da reperire e poi perchè stimolano il sistema serotoninergico, con effetti che non durano nel tempo. Il problema è che non si conoscono gli effetti e la tossicità, la droga viene ‘testata’ direttamente sul mercato”.
L’antidoto al dilagare delle droghe, afferma Pichini, è solo l’informazione. “Non possiamo ricordarci di questo problema solo d’estate – spiega –, bisogna fare campagne che spieghino a questi ragazzi che ci si sballa ma si muore anche, portando il messaggio davanti e dentro le discoteche. Noi saremmo pronti se qualcuno ce lo chiede, abbiamo già scritto un progetto”.
Ma che cos’è l’ecstasy? Sviluppata dalla casa farmaceutica Merck nel 1912, la sua forma originale era chiamata “MDMA”. Fu usata nel 1953 dall’esercito americano nei test sulla guerra psicologica, e spuntò fuori negli anni ’60 come medicina psicoterapeutica per “ridurre le inibizioni”. Fu solo negli anni ‘70 che la MDMA cominciò ad essere usata come droga ricreativa.
All’inizio degli anni ’80, veniva invece promossa come “la più grande novità nella continua ricerca della felicità tramite la chimica” e “la droga di moda” per molte feste del fine settimana. Ancora legale nel 1984, la MDMA veniva venduta con il nome commerciale di “ecstasy” ma dal 1985 è stata proibita per ragioni di sicurezza per la salute.
Alla fine degli anni ’80, l’ecstasy è diventato un termine di “marketing” generico, che per coloro che la spacciano indica una droga di “tipo ecstasy” che, in realtà, può contenere pochissimo MDMA o addirittura nulla. Anche se la MDMA produce effetti dannosi, ciò che oggi viene chiamata ecstasy può contenere un grande miscuglio di sostanze: da LSD, cocaina, eroina, anfetamine e metanfetamine, a veleno per topi, caffeina, sostanze per eliminare parassiti intestinali dai cani, ecc. La pericolosità sta quindi nel fatto che chi l’assume non sa mai davvero ciò che sta prendendo. E’ quello che deve essere successo alla sventurata ragazza messinese, aspirante artista con pensieri un po’ dark, che nella notte di domenica mentre era in compagnia di una coetanea e di un ragazzo maggiore, tutti rintracciati, si è sentita male senza essere soccorsa. In attesa dell’esito dei test tossicologici, la pista più accreditata è quella di una pasticca letale.
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