Matteo Renzi è irremovibile sul “sistema tedesco”: nella nuova legge elettorale la soglia di sbarramento non dovrà scendere sotto il 5%, altrimenti l’accordo fra i partiti maggiori rischia di saltare. Il segretario del PD ed ex premier lo ha detto stamattina a OreNove, la nuova “rassegna stampa ragionata” pubblicata sui canali Facebook e YouTube del partito.
“Con il tedesco entrano in 4, massimo 5 forze parlamentari”, dice Renzi. “È un meccanismo che riduce il numero dei partiti ed elimina il potere di ricatto e veto dei piccoli, è un fatto positivo, capisco che tanti piccoli non sono contenti, è umano ma prima viene l’interesse dell’Italia”. Poi la stoccata: “Senza lo sbarramento del 5 non c’è più accordo sul tedesco”.
Renzi ha anche risposto alle perplessità del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sulle elezioni anticipate. Dubbi già disinnescati ieri dal commissario UE agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici.
“Non mi pongo il tema di quando si vota – ha detto Renzi – ma non andare a votare vuol dire non avere un sistema democratico”. “Ricordo che si vota a Malta, poi in UK, a settembre in Germania, poi in Austria e tutti hanno le stesse regole, e non hanno il problema di mandare la legge di stabilità in UE”.
Per Renzi “il tema del voto non si pone sulla base della legge elettorale ma sulla base di che tipo di manovra vogliamo fare”. La legge di bilancio che ha in mente il segretario PD “è diversa da quella di Monti perché la cultura dell’austerity ha creato un aumento dei disoccupati”, e a lui “interessa ridurli”.
“Sei mesi prima o dopo sulla data delle elezioni non cambia niente”, conclude: “La manovra va fatta e noi lavoreremo insieme a Gentiloni per capire quale manovra va fatta”.
Ieri la direzione PD – la prima dopo la rielezione di Renzi alla segreteria – ha approvato la mozione Renzi sul sistema tedesco. Nessun voto contrario, ma 33 sostenitori della mozione Orlando si sono astenuti.
In realtà, però, quelli che il PD ha approvato sono ancora poco più che principi guida. I due “elementi cardine” annunciati dal segretario sono la soglia di sbarramento al 5% e i nomi dei candidati nelle schede. “Noi siamo contrari alla proposta di legge”, ha spiegato Andrea Orlando: “Riteniamo vincolante la decisione della direzione ma chiediamo un approfondimento dei gruppi”.
Renzi ha approfittato dell’occasione per ironizzare sulle accuse del ministro della Giustizia: “La banale semplificazione dell’inciucio con Berlusconi è talmente stancante da aver perso anche l’elemento di divertimento iniziale”.
Orlando e i suoi contestavano l’accordo fra i capigruppo PD e Forza Italia, secondo cui la legge elettorale dovrebbe essere approvata entro il 7 luglio. “Sarà un nostro problema – aveva detto il ministro della Giustizia nell’ultimo dibattito prima del congresso – spiegare come la costruzione di un’alleanza con Forza Italia sia compatibile con un disegno riformista del Paese”.
F.M.R.
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