Beppe Grillo
E’ saltato oggi l’incontro tra il M5S e il Pd sulla riforma della legge elettorale, previsto per oggi pomeriggio. Un’apertura da parte dei pentastellati, in realtà, c’era stata ma attraverso un canale, il Corriere della Sera (sì a 8 delle 10 proposte del Pd), che il Pd non ha considerato congruo. I Dem, infatti, volevano che le risposte dei Cinquestelle fossero messe nero su bianco in un documento, diversamente la riunione sarebbe stata annullata. Ciò che è puntualmente accaduto.
Roberto Speranza
“Il Pd – spiega Roberto Speranza alla presidente della Camera, Laura Boldrini – considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare più forma al percorso delle riforme. Proprio per questo riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Partito democratico“.
Pronta la replica del vicepresidente della Camera, il cinquestelle Luigi Di Maio, che ha indetto una conferenza stampa subito dopo aver appreso dello stop del Pd: “Quello che a noi dispiace è prima di tutto il fatto che si è persa un’occasione oggi, per gli italiani, per arrivare a punto concreto. Noi – prosegue – abbiamo le idee molto chiare, ma vediamo dall’altra parte molta confusione. Da ora in poi parliamo solo con Renzi, nel Pd gli altri non sono affidabili, siamo esterrefatti“. Di Maio racconta come dai due vicesegretari dem, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani siano arrivate notizie discordanti circa l’incontro che avrebbe dovuto aver luogo oggi. “Ora – prosegue Di Maio – aspettiamo le reazioni dell’altra parte“. Il vicepresidente della Camera ha tuttavia escluso una chiusura definitiva: “Non c’è nessuna volontà di far saltare questo tavolo. Una legge che ha le preferenze, non ha gli sbarramenti perchè il vero nodo da sciogliere, anche all’interno del patto del Nazareno, sono proprio le preferenze“.
Luigi Di Maio
A stretto giro, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ha risposto a Di Maio che “neanche il Pd intende far saltare il tavolo, consapevole del fatto che l’urgenza delle riforme chiama tutti a lavorare con impegno e tempestività, confrontandoci con tutti“.
In una situazione così carica di tensione non poteva mancare il “contributo” di Beppe Grillo che, sul suo blog, ha voluto commentare così l’annullamento della riunione: “Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile. Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze”. Prosegue, quindi, l’ex comico, con delle considerazioni più ad ampio spettro: “Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto”. Infine, non si lascia sfuggire l’occasione per lanciare l’ennesima stoccata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace, ma andiamo veramente verso una grande criminalità organizzata di stampo democratico, quindi io esorto veramente le persone, i cittadini, anche i componenti di altri partiti, se hanno ancora un po’ di barlume di democrazia dentro, non si può fare fuori l’opposizione così, fare finta, questa è gente falsa, ipocrita“.
Matteo Renzi
Immediata giunge la replica di Matteo Renzi: “Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere“. Così il premier risponde, via Twitter, al leader di M5S. “Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla“, scrive ancora su Twitter il presidente del Consiglio in merito al confronto sulle riforme e la legge elettorale con il MoVimento.
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