Slitta a domani la firma dell’intesa sul governo di unità nazionale in Libia. Ieri i presidenti dei due parlamenti rivali – quello di Tripoli, composto dalle forze di tendenza islamista che contestano l’esito delle elezioni di agosto 2014, e quello di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale – si sono presentati insieme in una conferenza stampa congiunta dopo la storica stretta di mano di sabato scorso.
“Dateci ancora un po’ di tempo per formare un governo di unità nazionale efficace”, è stato l’appello di Aguila Saleh, presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk: “Correndo oggi avremo problemi in futuro”.
“Siamo venuti qui per annunciare al mondo che siamo capaci di risolvere i nostri problemi da soli con l’aiuto della comunità internazionale”, gli ha risposto il presidente del Congresso nazionale di Tripoli, Nouri Abu Sahmain, “ma non accetteremo nessun intervento esterno contro la volontà del popolo libico”.
Entrambi gli interventi sono stati accolti dagli applausi dei rappresentanti dello schieramento opposto: segno che le parti sono impegnate “a sostenere in modo fattivo” il progetto di un governo unificato, come ha notato anche Giampiero Massolo, presidente del dipartimento Informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri, che oggi ha presentato una relazione al comitato Schengen.
Le forze armate schierate con i due governi hanno proclamato il cessate il fuoco domenica scorsa, come deciso nella conferenza internazionale che si è tenuta a Roma. La misura non si rivolge però alle milizie indipendenti, che controllano una frazione non insignificante del territorio nazionale, né ovviamente la provincia locale dell’ISIS, saldamente al comando nelle città costiere di Sirte e Derna, ma presente anche in altre località.
Proprio la presenza di gruppi armati indipendenti rischia di essere l’ostacolo maggiore al piano presentato a Roma dal segretario di Stato USA John Kerry, che prevede di insediare un governo riconosciuto da tutti nella capitale Tripoli entro 40 giorni dalla firma dell’accordo.
Oggi l’Inviato speciale ONU per la Libia, il tedesco Martin Kobler, è partito per Tobruk, dove farà pressione sul governo locale perché vinca le ultime diffidenze. Kobler ha incontrato anche il generale Khalifa Haftar, comandante delle forze armate schierate al fianco del governo insediato in Cirenaica.
F.M.R.
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