E’ lecito prestare l’utero di una donna per la gestazione del figlio di un’altra? Il tema della maternità surrogata è delicato e molto dibattuto sia a livello etico che politico. La discussione non infuoca solo il nostro Paese, dove per la Chiesa di Papa Francesco la gravidanza su commissione “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
L’argomento è scabroso anche per le società musulmane, divise tra chi appoggia questo “progresso scientifico” come una “opportunità straordinaria” e chi invece lo considera una regressione contro il volere di Allah. Fermo restando che se la dottrina islamica lo vieta, all’università del Cairo il Decano della facoltà di teologia, Abdel Bayoumi, lo ammette “purché nell’utero in affitto non vi siano altri ovuli se non quelli della madre e del padre che hanno fatto richiesta di maternità surrogata”. Secondo il noto predicatore Sheilh Mohammed Al Rawi, membro anche dell’Accademia di ricerca islamica invece, il problema è presto risolto: “Se l’Occidente accetta la maternità surrogata – ha dichiarato- i musulmani non sono obbligati ad accettarla in quanto, di per sé, l’Islam predispone già di numerose soluzioni al problema dell’impossibilità del concepimento, un esempio su tutti, la poligamia”.
In Europa la Spagna di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias torna a proporsi come punto di riferimento in materia di diritti, e questa volta sono i diritti delle donne. Nel programma di governo depositato alla vigilia del voto di fiducia – che dovrebbe arrivare oggi – uno dei capitoli più robusti è il settimo, quello dedicato alle Politiche Femministe, con una sorpresa che risulta spiazzante per larga parte delle sinistre europee.
Per la prima volta, infatti, uno schieramento innegabilmente progressista si pronuncia con parole nette sul tema della gestazione per altri, anzi delle “pance a noleggio” («Los vientres de alquiler»), come le definisce il testo (cioè la tecnica di procreazione assistita con cui una donna porta a termine una gravidanza su commissione di altre persone, che diventeranno i genitori).
Diciamo no, affermano i contraenti dell’intesa, perché questa pratica «mina i diritti delle donne, soprattutto le più vulnerabili, mercificando i loro corpi e le loro funzioni riproduttive». E ancora: «Agiremo contro le agenzie che offrono questa pratica sapendo che è vietata nel nostro Paese».
Vendola, sessant’anni, è da allora una specie di testimonial della Gpa, fotografato e intervistato periodicamente sui dettagli della sua esperienza paterna. Inorridisce sempre davanti all’espressione “utero in affitto” («È violenta, è volgare»): chissà come si troverebbe al tavolo con Iglesias – sinistra radicale come lui – che quella definizione l’ha messa nero su bianco in un accordo di governo.
Anche il Pd ha passato i suoi guai sulla questione. Nel 2018 la segreteria guidata da Maurizio Martina nominò a capo del Dipartimento Diritti Civili Sergio Lo Giudice, pure lui padre a seguito di Gpa e ovviamente sostenitore della pratica. Francesca Marinaro, Francesca Izzo e Licia Conte, tra le fondatrici del partito, se ne andarono sbattendo la porta e firmando insieme ad Arcilesbica e ad altre sigle una furente lettera di protesta: «Lo Giudice rappresenta una versione distorta dei diritti civili ridotti a bella etichetta per pratiche neoliberali». Lo scontro segnò una frattura non ancora ricucita: la sola casella che resta vuota nell’organigramma Pd è quella del “Rappresentante Conferenza Donne”.
In Spagna le cose sono più chiare. I sostenitori della Gpa vanno appunto cercati nel fronte neoliberale, e specialmente tra le file di Ciudadanos, che avrebbe voluto legalizzare «Los vientres de alquiler» (ha presentato una proposta di legge in materia) giudicandoli «una forma di modernità».
Ed è stata la tolleranza dei governi di centrodestra a consentire il proliferare di agenzie di intermediazione con Georgia e Ucraina, padrone di un mercato in grande espansione, così come si deve alla scelta di alcuni popolari miliardari della musica e dello sport – Miguel Bosé, Ricky Martin e Cristiano Ronaldo – la normalizzazione della pratica nel sentimento popolare.
Ora il programma del nuovo governo Sanchez-Iglesias si propone come perno di una possibile inversione culturale – «un essere umano non si vende e non si compra» – ma soprattutto segna un atto di volontà che dovrebbe suggerire riflessioni anche al nostro mondo politico.
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