Maurizio Lupi si è dimesso oggi dalla sua carica di ministro delle Infrastrutture., dopo averlo annunciato ieri : «Lascio il Governo a testa alta, guardandovi negli occhi», queste le parole dell’ex ministro alla Camera, con le quali si è congedato dal suo incarico di governo.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi prende ora l’interim del dicastero, ma nella lista dei possibili successori spunta quello di Raffaele Cantone, il supergarante per l’anticorruzione rappresenta una scelta che oltre ad avere avrebbe un forte impatto simbolico, alla fine metterebbe tutti d’accordo diventando cosi di fatto un ministro superpartes.
Quello di Lupi è stato «un gesto politico da apprezzare» ha commentato il vicepresidente pd Lorenzo Guerini.
Subito dopo la decisione, il premier Matteo Renzi, rimasto fino a questo momento in religioso, quanto imbarazzante per i suoi alleati dell’Ncd, silenzio, commenta così il gesto di Lupi: «Una scelta saggia per sé, per Ncd e per il governo».
Al momento Lupi non risulta indagato, ma dalle numerose intercettazioni, riguardanti i contatti assidui e di natura personale che l’ex ministro aveva con Ercole Incalza e Stefano Perrotti, emerge, secondo gli inquirenti, la volontà di procurare un posto di lavoro al figlio di Lupi, Luca. E questo è il quadro che di fatto ha bruciato l’ex ministro a gudizio di Forza Italia “letteralmente abbandonato al suo destino”.
E se c’è chi parla di garantismo o presunzione di innocenza, come il deputato Ncd Fabrizio Cicchitto, per il quale «queste dimissioni sono il frutto di un linciaggio mediatico e costituiscono un pericolosissimo precedente», quando un funzionario pubblico si ritrova legato, tramite anche relazioni personali ai due principali indagati di un’inchiesta di corruzione, per una cifra di ben 25 milioni di euro, il suo rapporto di fiducia con i cittadini, dal quale dovrebbe dipendere la sua credibilità politica, ne esce inevitibilmente compromesso. «Non stiamo parlando di procedimenti giudiziari», spiega il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, «ma di posizioni e responsabilità politiche».
Intanto si fa strada tra i partiti un orientamento: pensare ad interventi di governo di tipo preventivo, tra i quali un ripensamento della “legge obiettivo”, cioè l’insieme delle norme che regolano, a livello “normativo, finanziario ed operativo” la realizzazione delle opere pubbliche “strategiche e di interesse nazionale”.
Inoltre, a proposito della posizione di uomo chiave che Incalza ha conservato così a lungo, Zanda ha aggiunto che «per quanto sia la competenza tecnica, non si mantengono mai posizioni di potere in materia di appalti così a lungo».
Priscilla Muro
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