“Siamo stufi del gioco delle parti interno al Pd sulla Stabilità, del finto dissidio tra maggioranza e minoranza. Siamo al trucco del poliziotto buono e poliziotto cattivo che si concluderà, come al solito, con la pantomima di un’intesa”. Così i deputati M5S hanno bollato i mal di pancia interni al Pd che rischiano di replicare quelli già visti sulle riforme. “La minoranza dem – si chiedono ancora i pentastellati – scopre adesso che Renzi si muove su binari incostituzionali? Complimenti. Noi lo diciamo da molto tempo. Fanno finta di litigare, mentre gli enti locali e la sanità vengono nuovamente massacrati”. Fatto sta che alle parole di Bersani, che ha definito il taglio delle tasse sulla casa come l’introduzione per vie di fatto di un 53 bis della Costituzione: chi ha di più paga meno, e che ha criticato anche l’innalzamento dei pagamenti in contante da 999 a 3mila euro, si vanno ad aggiungere anche quelle del deputato Alfredo D’Attorre, per il quale è stato raggiunto “un punto limite” tanto che “se queste cose le avessero proposte Berlusconi e Tremonti saremmo scesi in piazza”. “Senza correzioni profonde – sottolinea – ritengo la legge di stabilità invotabile. Renzi se la approvi con i voti di Alfano e di Verdini, non certo con il mio”. Per poi rincarare la dose affermando che “è del tutto ovvio che un voto contrario implica conseguenze politiche. La sua approvazione significherebbe il definitivo distacco del Pd da una rotta di centrosinistra. Contiene misure che rappresentano una demolizione anche simbolica dell`eredità dell`Ulivo”. Richieste di modifiche del documento, invece, arrivano da Gianni Cuperlo e da Roberto Speranza. Il primo dalla pagina Facebook chiede al ministro Pier Carlo Padoan, come mai abbia cambiato idea circa l’aumento della soglia per le transazioni in contante: “Replicando all’interrogazione di un deputato – scrive l’esponente Pd – hai pronunciato le seguenti parole: ‘La scelta di limitare la circolazione del contante e di procedere ad un progressivo abbassamento della soglia, è motivata dall’esigenza di fare emergere le economie sommerse’” e “’per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, l’evasione e l’elusione fiscale’. Ecco, caro Ministro cosa è accaduto in un anno che ti ha spinto a cambiare radicalmente opinione e soprattutto politica?. Speranza, invece, pur respingendo “totalmente tutte le ipotesi di scissione” nel partito, perchè “è fondamentale per l’Italia che il Pd resti unito”, ha ribadito la necessità di “notevoli modifiche perché alcune delle proposte che sono arrivate rischiano di contraddire la nostra cultura e la nostra storia”. “Abbassare le tasse è giusto, sono d’accordo con Renzi, ma si può fare con lo sguardo del centrosinistra – ha proseguito Speranza – se togli la tassa sulla casa in maniera indistinta a tutti finisci per fare un piacere a chi sta meglio: perché regalare qualche centinaio di euro a un miliardario che ha un attico al centro di Milano o di Roma? Non ha senso”. E proprio le aree vicine a Bersani, Speranza e Cuperlo sono al lavoro, insieme con altri esponenti della minoranza del Pd a un documento comune con il quale introdurre modifiche e correttivi a “Italia col segno più”. La proposta verrà presentata nei prossimi giorni, e rappresenta una sintesi delle proposte che la minoranza del Pd intende portare avanti ovvero il no all’abolizione della tassa sulla prima casa per i più ricchi, no all’innalzamento a 3000 euro del tetto ai contanti, aumento dei fondi per il Sud e per il contrasto alla povertà aumento dei fondi alla sanità, intervento sulla flessibilità delle pensioni e a favore degli esodati. Apre al dialogo il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, che però difende le linee guida del Governo. La manovra “risponde a quello che ci siamo detti per anni: alla crescita per nuovi investimenti, al rilancio dei consumi attraverso l’abbattimento delle tasse e alle misure per i più deboli”, quindi “si apre una discussione nelle Aule parlamentarie. Troveremo soluzioni condivise, anche se ci sono linee di indirizzo date con chiarezza”. Anche per il deputato Pd Francesco Boccia quello sulle tasse è un “dibattito stucchevole”. “Al netto delle simpatie per Renzi, siamo una forza di governo moderna. Trovo inutile e dannosa questa continua rincorsa a chi ha la carta di identità giusta”.
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