“Il volo MH17 è stato abbattuto da un missile Buk”. È netta la conclusione tratta dal rapporto delle autorità olandesi di sicurezza (OVV): ad abbattere l’aereo della Malaysia Airlines fu un missile di produzione russa. “Si può escludere ogni ipotesi di bomba a bordo o problemi tecnici”.
L’aereo, un Boeing 777-200ER diretto da Amsterdam a Kuala Lumpur, precipitò nel Donbass il 17 luglio 2014, uccidendo tutte le 298 persone a bordo, fra cui 196 olandesi.
Altrettanto secca però è la risposta dei ribelli filo-russi: “In quel momento non avevamo alcun sistema antiaereo Buk”, ha detto Eduard Basurin, un alto funzionario del ministero della Difesa dell’autoproclamata repubblica di Donetsk.
Il governo di Kiev propone una spiegazione: a lanciare il razzo sarebbero state forze speciali russe intervenute a sostegno dei ribelli. I “separatisti ubriaconi”, come li ha definiti il premier Arsenij Jatsenjuk, non sarebbero stati in grado di usare il sistema missilistico russo.
Da Mosca si liquida l’intera vicenda: l’inchiesta olandese è “di parte”, secondo il viceministro degli Esteri Sergej Rjabkov.
È però vero che l’inchiesta dell’OVV si è limitata a ricostruire i fatti dal punto di vista tecnico, cioè a stabilire che tipo di arma abbia causato la tragedia. La risposta alla domanda più rilevante dal punto di vista politico, ossia chi abbia usato quell’arma, arriverà – o meglio si spera che arrivi – alla fine dell’indagine penale internazionale, l’anno prossimo.
Il modello di missile identificato era prodotto nell’allora Unione Sovietica dall’Almaz-Antei, ma secondo quanto affermano i fabbricanti è uscito di produzione nel 1986 e non fa più parte delle dotazioni dell’esercito di Mosca. Si dovrebbe quindi trattare di armi di seconda mano, e non tocca all’OVV stabilire chi le abbia impiegate, se siano state fornite a terzi direttamente da Mosca o siano eventualmente passate di mano in mano all’epoca delle grandi spoliazioni che hanno accompagnato la caduta del comunismo.
Quel che i tecnici olandesi hanno potuto stabilire, invece, è che il missile ha colpito l’aereo frontalmente: il punto d’impatto è all’altezza della cabina di pilotaggio. In altre parole, vista la rotta dell’aereo, viaggiava da est verso ovest, il che smonterebbe la tesi di parte russa secondo cui sarebbe partito da posizioni tenute dall’esercito regolare ucraino.
F.M.R.
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