Ignazio Marino smette le vesti di sindaco di Roma e con il livore dell’uomo di sinistra che di battaglie nelle piazze ne ha viste e ne ha fatte (quando? nessuno lo ricorda), pronuncia uno di quegli slogan che tante vittime hanno fatto nel decennio 1970-1980. Lo rimodula: il “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne” si tramuta in “La destra torni nelle fogne”. La parola che vorrebbe pronunciare, ‘fascisti’, gli rimane nella strozza, ma il resto gli esce fuori vergognosamente fluente: ‘Ho visto cose che voi umani non avete visto mai’. Ed è quello che ho visto in Campidoglio dopo l’arrivo di una destra che non ha vergogna: tornino nelle fogne da dove sono venuti invece di dare lezioni di democrazia e rigore a noi che siamo i naturali eredi”. Questo succedeva ieri sera, alla festa dell’Unità ospitata nel III Municipio, all’interno del Parco delle Valli.
Tornare nelle fogne? Già ci stiamo: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazxionale, twitta:”Marino siamo già nelle fogne come ogni romano, grazie alla tua gestione della Capitale. Dimettiti invece di dire cretinate”.
Ma non è tutto quel che il noto chirurgo trapiantologo ha voluto far conoscere agli astanti. Perché tra le cose che gli ‘umani’ non hanno visto, in questo caso udito, c’è anche una presunta telefonata fatta dall’ex sindaco scopo raccomandazione: “Ricevetti una telefonata dal mio predecessore – narra Marino sul palco della Festa dell’Unità – Mi disse ‘So che state cambiando i consigli di amministrazione. Ti posso dare due nomi?’. Io gli risposi ‘Ma perché hai qualcuno con un curriculum davvero preparato?’ Silenzio dall’altra parte. E dopo mi disse: ‘Ma il Pd non ti ha parlato?’. Io risposi di no. Qui adesso non c’è quel Pd a cui forse eri abituato tu”.
Falso, tutto falso, anche la telefonata mai avvenuta. Questa volta a parlare è Gianni Alemanno che ha annunciato: “Querela già presentata, la storia della telefonata è assolutamente falsa, figuriamoci se io vado a mendicare da lui dei posti o altre cose di questo genere. E’ impressionante che Marino si inventi di sana pianta una scena di questo tipo. Mi ha dato fastidio lo slogan anni 70, di una aggressività ridicola, usata per strappare qualche applauso alla festa dell’Unità. Marino si aggrappa alla demagogia, all’insulto, alla contrapposizione pur di sopravvivere. Invece di unire la città per obiettivi comuni diffama gli altra e invoca lo scontro. Siamo arrivati al culmine di uno scaricabarile che va avanti dall’inizio: ogni problema che ha affrontato lo ha addebitato a me, stavolta siamo arrivati al ridicolo”. Lo ha detto Alemanno ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
“Intendiamoci – ha aggiunto – sui consiglieri di amministrazione c’è sempre stata la volontà di coinvolgere l’opposizione. Io nei CDA nominati ho sempre nominato un rappresentate qualificato dell’opposizione. Sono cose che fanno parte di una normale correttezza democratica. Marino, inventandosi telefonate, le trasforma in un tentativo di confondere le acque per creare chissà cosa, insultando di riflesso anche il Partito Democratico, presentandolo come una realtà di inciuci, quando tutti si ricordano l’opposizione che mi ha fatto nel corso dei cinque anni in cui sono stato sindaco di Roma. Giovedì c’è una manifestazione di Fratelli D’Italia sotto al Campidoglio, bisogna veramente chiuderla con questa fase e con queste vicende”.
Si capisce che il sindaco Marino “è ormai al delirio”: telefonate forse inventate, comque da appurare se vi siano state. Soprattutto, quel linguaggio pericoloso e irresponsabile, come sottolineato anche da un suo illustre predecessore della stessa corrente politica, Francesco Rutelli: “Sinceramente non avrei detto la frase ‘tornate nelle fogne’”, stigmatizza l’ex sindaco. “Non c’è bisogno di un linguaggio irresponsabile che riporta ai tragici anni di piombo”, commenta Michele Baldi, in passato esponente di centrodestra, oggi capogruppo della lista civica Nicola Zingaretti al Consiglio Regionale del Lazio. “Scatenare sommari processi di piazza con parole che niente hanno di istituzionale è un fatto gravissimo” continua Baldi che consiglia al primo cittadino di “chiedere scusa”.
Lo farà? Certo che no! “Boia chi molla….”: Forse Marino ricorda anche questo slogan e lo ha fatto proprio.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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