Roma si salva dal default, ma Marino finisce all’angolo. Con le orecchie da somaro, si direbbe, come uno scolaretto. Del resto è così che lo ha trattato ieri il premier. “Basta con i piagnistei” gli ha detto a brutto muso Renzi. Eh, sì, non se ne può più. Ieri mattina il sindaco ha minacciato di fermare Roma senza gli aiuti del Governo. Ma farebbe bene piuttosto a fermare gli sprechi. Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato un lungo articolo, puntando il dito sugli avvocati comunali. “Sono 23 – scrivono Sergio Rizzo e Paolo Conti – ma la cosa sorprendente non è tanto il numero, quanto le retribuzioni. Si va da un minimo di 262.338 euro per Andrea Camarda o Umberto Garofoli a un massimo di 321.011 euro per Andrea Manganelli”. “Totale per i 23, – fa i conti il Corriere – sei milioni 648.552 euro nel 2012. Che i guadagni di un dirigente a tempo indeterminato di un Comune oltrepassino il tetto (302 mila euro) imposto alle buste paga dei superburocrati statali fa un certo effetto….”. Difficile credere che Marino ne fosse all’oscuro.
Ma nei conti occulti o semi-nascosti del Campidoglio ci sono decine di altri casi del genere. Ci limitiamo a citarne un paio. Esattamente 26 vetture elettriche di trasporto pubblico su 60 totali sono ferme, dicono fonti sindacali, nei depositi dell’Atac per mancanza di batterie elettriche. In particolare 8 filobus a impatto ambientale zero vengono ogni giorno sostituiti da autobus a gasolio. Gli investimenti per acquistare queste vetture sono stati notevoli. Ora però non si trova neppure il tempo per rimettere i mezzi in sesto comprando le batterie nuove.
E non si può tacere neppure dei due mega-parcheggi che il Comune di Roma tiene vuoti e inutilizzati da anni sotto piazzale Porta Pia (600 posti auto) e piazza Giureconsulti-Cornelia (650 posti). Uno spreco di risorse pubbliche enorme. E intanto in superficie il traffico scoppia, fra smog, frastuoni, incidenti stradali, multe.