E’ tornato nelle librerie tedesche l’8 gennaio dopo settant’anni di censura, Mein Kampf di Adolf Hitler ed è già esaurito. La prima tiratura, di 4mila copie, ha soddisfatto appena le prenotazioni ricevute dai librai che, secondo i media tedeschi, non hanno quasi fatto in tempo ad esporre le copie sugli scaffali. Una seconda edizione sarà disponibile a partire dal 18 gennaio. Una copia del volume, dal costo di 59 euro, sarebbe stata rivenduta su Amazon.de per 9.999.99 euro. Lo riporta il Telegraph.
Pubblicata pr la prima volta nel 1925, questa nuova edizione commentata dell’opera di filosofia politica contenente il pensiero di Hitler e il programma del partito nazista secondo il progetto dell’Istituto di Storia contemporanea di Monaco e il suo direttore, Andreas Wirsching, l’uscita di questa nuova edizione commentata ha una valenza pedagogica e servirà a “sfatare il mito” del manifesto di Hitler.
A distanza di 70 dalla fine della seconda guerra mondiale che ha visto la sconfitta della Germania, viene riproposto lo scritto autobiografico di Hitler da lui dettato almeno nella prima parte al compagno di prigionia Rudolf Hess, ritenuto da molti il più fedele fra i suoi seguaci, durante il periodo di reclusione nel carcere di Landsberg am Lech in seguìto al tentativo fallito del colpo di Stato di Monaco del 9 novembre 1923. Questa volta, però, l’iniziativa di una nuova edizione del libro ha una valenza pedagogica, almeno secondo il progetto dell‘Istituto di Storia contemporanea di Monaco e il suo direttore, Andreas Wirsching. Servirà a “sfatare il mito” che ancora oggi trova numerosi accoliti tra i giovani.
Ma molti dubbi accompagnano l’iniziativa. Nel 2009 l’istituto ha avviato la titanica impresa di mettere a punto un’edizione critica del libello hitleriano. Dopo anni di lavoro sono state preparate circa 3500 note di puntualizzazione storica che accompagnano il testo in uscita oggi in due volumi per complessive 1948 pagine (il libro sarà in vendita a 50 euro). In concreto, ricorda il presidente del Congresso Ebraico Mondiale Ronald Lauder, il libro di Hitler è già ampiamente disponibile sia su internet che in pubblicazioni di varia natura e la scadenza dei diritti d’autore non cambia sostanzialmente le cose. Resta il fatto che sia in Germania che in Austria la pubblicazione del testo in sè, senza apparato critico, resta proibita. Nonostante le critiche mosse da molti gruppi di sopravvissuti all’Olocausto l’istituto bavarese difende la sua iniziativa precisando che l’intento della pubblicazione è “decostruire il testo e mettere in contesto gli scritti di Hitler. Come sono nate le sue tesi? Che obiettivi aveva? E soprattutto: cosa possiamo opporre, con le nostre conoscenze di oggi, alle innumerevoli dichiarazioni, menzogne e affermazioni di Hitler?”. Varie le reazioni dal mondo della cultura, della politica e della scuola. Un sindacato di professori tedeschi si è detto favorevole all’utilizzazione del testo annotato per “immunizzare” gli adolescenti e metterli in guardia dall’estremismo ma ha escluso qualsiasi adozione del libro come testo di lettura “obbligatoria”. All’interno della comunità ebraica le reazioni vanno dalla rassegnazione, considerato che l’opera è già ampiamente diffusa in paesi come India, Brasile e Turchia, all’auspicio che essa venga definitivamente sepolta nell’oblio.
“Mein Kampf” di Adolf Hitler sarà presentato a breve a Monaco di Baviera, all’istituto di storia contemporanea che l’ha curata. E per il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi Josef Schuster, questa pubblicazione, che ha già sollevato un ampio dibattito, può essere attualmente molto utile: “Posso ben immaginare che questa edizione commentata criticamente fornisca un chiarimento e consenta di fare luce su quel che di mitico regna attorno a questo libro”, ha detto in un’intervista all’emittente NDR.
La nuova edizione mostrerà con quali teorie e tesi, “completamente false e scurrili”, abbia lavorato Hitler, aggiunge Schuster, sottolineando comunque che è anche “possibile” che il nuovo volume contribuisca a diffondere idee del genere nell’estrema destra. Ma proprio di fronte a fenomeni come Pegida, il movimento anti-islam cresciuto nelle strade di Dresda che oggi allarma la Germania, osserva, è importante confrontarsi con la propaganda di Hitler, “Poiché alcune cose che oggi sentiamo di nuovo, si trovano anche nel libro”. Pubblicate nel 1925, le tesi del Fuehrer – scritte un anno prima durante i 9 mesi di carcere per il fallito colpo di Stato a Monaco -, vengono affiancate da 3700 note critiche, prodotte da storici di prestigio, che intendono proprio “distruggerne il mito”. Per 70 anni la Baviera, titolare dei diritti d’autore, ne aveva proibito la ripubblicazione.
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