Noi “facciamo quello che ci impone di fare il Vangelo e non dobbiamo giustificarci. Piuttosto è il governo che è del tutto assente sul tema immigrazione”. Lo afferma Nunzio Galantino, segretario della Cei, a Famiglia Cristiana, continuando il discorso sull’emergenza immigrazione che oggi vede tra l’altro la proposta di Fratelli d’Italia, condivisa da sindaci e governatori, di una class action contro il Governo che impone ai Comuni l’accoglienza degli immigrati. “scaricando in questo modo – sostiene Giorgia Meloni, leader del gruppo – la propria incapacità di gestire il fenomeno dell’immigrazione sugli amministratori locali e sui cittadini“.
Ma in dibattito Chiesa-mondo politico iniziato proprio da monsignor Galantino qualche giorno fa quando, di ritorno dalla Giordania ai microfoni della Radio Vaticana ha dichiarato che “quattro piazzisti da quattro soldi pur di raccattare voti dicono cose insulse” sugli immigrati, è ancora acceso. Anzi infuocato. Le parole del segretario Cei sono sembrate una chiamata in causa, un monito a Lega e Movimento 5 Stelle. Tanto che Matteo Salvini non si è fatto sfuggire l’occasione di replicare a muso duro: “C’è qualcuno che fa politica a nome della Chiesa” e “straparla” a nome della stessa. Aggiungendo poi che “chi difende invasione o non capisce o ci guadagna”.
Monsignor Galantino ha riscosso invece i consensi del Pd : «La Chiesa cattolica, alla pari di tutte le confessioni religiose, ha il sacrosanto diritto di esprimere le sue opinioni», ha dichiarato l’on. Francesco Boccia. Mentre il deputato del Pd Edoardo Patriarca, vicepresidente della Commissione d’ inchiesta sui migranti ha detto che “se c’è qualcuno che sulla questione immigrazione ci guadagna è la Lega, che pur di avere qualche voto in più parla di emergenza e di respingimenti – dice – I numeri degli sbarchi sono in sostanza in linea con lo scorso anno, ma la nostra linea è comunque chiara: maggiore aiuto da parte della Ue, redistribuzione a livello europeo degli arrivi, e, laddove non ci sono le condizioni per lo status di rifugiato, rimpatri”. “La Chiesa non guadagna nell’assistere i rifugiati, senza di esse molte comunità locali sarebbero in difficoltà. Ma Salvini fa finta di non sapere”.
Ma nel vai e torna dei commenti, anche al vetriolo, c’è anche un durissimo Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, che ha denunciato “uno scafismo di Stato voluto da Renzi che massacra gli italiani e promuove l’invasione africana dell’Italia a nostre spese”. Nel novero tocca anche a Forza Italia che propone un ‘check point’ sulle spiagge per individuare tra i vu cumprà quelli sprovvisti di permesso di soggiorno e autorizzazione per lavorare.
Con la politica italiana impegnata come sempre a litigare e l’Europa che assiste in silenzio al dramma che si consuma nei suoi confini meridionali, dalla Spagna all’Italia fino alla Grecia, il canale di Sicilia che ieri ha visto il passaggio di 1500 nuovi migranti, oggi si è trasformato ancora una volta in una tomba per decine di uomini donne e bambini che scappano da guerre e disperazione: l’ennesimo naufragio di migranti – ormai se ne conta quasi uno a settimana ad una quarantina di miglia dalla Libia, non molto lontano dal punto dove il 5 agosto scorso è affondato un barcone con a bordo oltre 600 persone, almeno duecento delle quali sono finite in fondo al mare. Stavolta i dispersi – dunque morti – potrebbero essere ‘solo’ 50, secondo il racconto fatto dagli stessi sopravvissuti agli uomini della Marina Militare che li hanno soccorsi e salvati.
“Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale. Potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi – ha detto ancora il segretario della Cei a ‘Famiglia Cristiana’ – Invece noi abbiamo sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva. Prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini. Le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime, un calvario la richiesta di permesso di soggiorno. Parcheggiamo gli immigrati qui e là in Italia. Se invece ci fosse almeno uno straccio di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. Ma nessuno spiega che è la legge che impone la non integrazione”.
Determinato anche Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra, che “da credente convinto e cattolico praticante” ricorda a mons. Galantino che “i comandamenti sono dieci e da nessuna parte c’è scritto che non si ha diritto ad avere paura. E l’ondata migratoria in corso, fa proprio paura. Perché non c’è difesa. Perché non ci sono quattrini per i poveri di casa nostra. Perché c’è il terrore chiamato Isis. Perché sul futuro del pianeta (e della nostra Italia) c’è un grande punto interrogativo”. “La Chiesa – dice Storace – fugga al gioco facile di un’ipocrisia che sotterra a colpi di presunto buonismo le preoccupazioni di tantissimi italiani di fronte ad una Patria esposta e senza più difesa lungo le nostre coste. Non ci salva qualche elemosina europea. Perché un credente deve sentirsi allontanato a causa di scelte che riguardano la politica di uno Stato e non la propria religione. In gioco ci sono formidabili interessi. E non del tutto leciti. A cominciare dal business dell’assistenza, come insegna l’inchiesta Mafia capitale”. “E, se nella Chiesa c’è chi gioca una partita politica – ha aggiunto il presidente de La Destra -nessuno può cancellare il dovere di pensare prima di tutto alla povera gente di casa nostra. Da popolo di emigrazione, portammo braccia per lavorare non devastazioni e proteste”, ha concluso Storace.
Sul quotidiano Avvenire di oggi, infine, i numeri delle accoglienze offerte dalla Chiesa: la Caritas ospita 10mila profughi, ma 46 persone su 100 aiutate dalla Caritas sono italiane. Un dato che dovrebbe indurre tutti ad unaaccurata riflessione.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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