Su richiesta della Germania saranno essere ripristinati i controlli alla frontiera del Brennero con la temporanea sospensione degli accordi di Schengen, analogamente a quanto avvenuto in occasione del G7, che si è svolto a Monaco il 7 e 8 giugno scorsi, quando per motivi di sicurezza fu sospesa per due settimane la libera circolazione all’interno dell’Europa.
Il provvedimento è stato reso noto dalla stessa Provincia di Bolzano che accoglierà per qualche giorno – “come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l’emergenza contingente” – un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400.
Dai Balcani all’Ungheria fino in Germania e in Nord Europa, le richieste di asilo da parte dei migranti sono migliaia. Ma l’emergenza continua a riguardare anche l’Italia. Visto il crescente flusso di persone in arrivo, la regione della Baviera ha chiesto aiuto alla provincia di Bolzano per accoglierli per qualche giorno in attesa di poterli ospitare sul proprio territorio. «La Baviera – ricorda la Provincia – registra un’ondata record di arrivi di profughi nelle ultime ore, principalmente attraverso la rotta dei Balcani, che sta creando una situazione ingestibile: si lavora per cercare nuove strutture e far fronte nell’immediato alla crescita esponenziale del numero di migranti. Davanti a questa emergenza improvvisa la ministra bavarese Emilia Muller ha contattato l’assessora provinciale Martha Stocker, in prima linea nell’affrontare la questione e sempre in contatto con i colleghi delle Regioni vicine, per chiedere un sostegno logistico temporaneo nell’accoglienza di profughi. Il presidente Arno Kompatscher ha informato il governo italiano e chiesto il necessario via libera di Roma per un intervento di aiuto alla Baviera, `nell’ottica di un’autonomia responsabile e solidale, ma anche di una strategia di respiro europeo in grado di muoversi oltre i confini regionali e nazionali’».
Intanto centinaia di persone hanno trascorso la notte accampate davanti alla stazione ferroviaria Keleti a Budapest, in Ungheria, e continuano a non potervi accedere. Altre centinaia di migranti sono inoltre giunti alla stazione stamattina perché vorrebbero proseguire il viaggio verso l’Europa occidentale ma la polizia, che ha rafforzato la sua presenza sul posto, non li lascia entrare. Fuori dalla fermata della metro della stazione si è formato un vero e proprio accampamento. Nelle ultime 24 ore nel Paese sono entrati, secondo fonti della polizia ungherese che ha arrestato sei trafficanti di esseri umani, altri 2.284 migranti e profughi, circa 500 in più rispetto alla giornata precedente.
La polizia ceca sta invece segnando i migranti in arrivo a Breclav, al confine con l’Austria, con un numero scritto a pennarello sul braccio, per identificare il treno e il vagone. La notizia è sul sito Britske listy (pagine britanniche) ed è confermata da Vaclav Janous del quotidiano Mlada fronta Dnes (Mfd). Le stesse cifre vengono poi scritte sul biglietto del treno che la polizia sequestra. Con i numeri sono marchiati non solo gli adulti ma anche i bambini: il Mfd ha pubblicato la foto esemplare di una bambina di 5 anni addormentata sulla spalla della madre durante il controllo. Sull’avambraccio porta la scritta C5.
Disagi sono stati registrati anche per i passeggeri dei treni Eurostar che dovevano passare attraverso l’Eurotunnel che collega Francia e Regno Unito passando per la Manica. A seguito di una segnalazione arrivata alla polizia a Calais intorno alle 21 di ieri sera, che indicava la presenza di migranti sui binari, i servizi sono rimasti sospesi per ore e centinaia di persone sono rimaste bloccate nelle carrozze dei convogli. Alcuni passeggeri hanno inoltre riferito della presenza di migranti sui tetti dei treni.
Sempre oggi la Corte di giustizia dell’Unione europea ha bocciato la legge italiana che impone a cittadini extracomunitari richiedenti il rilascio o il rinnovo di un permesso di soggiorno, di pagare un contributo tra 80 e 200 euro (contro i 10 euro circa pagati per il rilascio della carta d’identità). Secondo i giudici il costo è «sproporzionato rispetto alla finalità dalla normativa Ue, e può creare ostacoli all’esercizio dei diritti». Il caso nasce da un ricorso della Cgil e dell’Inca, l’Istituto Nazionale Confederale Assistenza, al Tar del Lazio contro le normative applicate in Italia. Decisiva per la sentenza la natura sproporzionata del contributo: il costo per il rilascio della carta d’identità in Italia ammonta a circa 10 euro.
A Venezia, invece, si sta organizzando una marcia in sostegno dei migranti. Sarà la marcia di donne e uomini scalzi – la manifestazione in programma per l’11 settembre si intitola appunto “Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi”– che cammineranno per esprimere solidarietà verso chi “ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere”. L’appello è stato lanciato da alcuni personaggi dello spettacolo, della cultura, amministratori pubblici e religiosi. Tra i primi firmatari dell’appello attori, giornalisti, scrittori, amministratori pubblici e uomini di Chiesa: Lucia Annunziata, Don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, Don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Norma Rangeri, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, Don Armando Zappolini.
La marcia partirà alle 17 da Piazza Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia e proseguirà fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.
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