A rischio le nomine dei direttori del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova. Era solo marzo quando i numeri dell’affluenza (più di 2 milioni di visitatori nel 2016) davano ragione a Eike Schmidt, direttore tedesco della Galleria degli Uffizi e agli altri sei direttori stranieri dei principali musei italiani, nominati attraverso un bando internazionale indetto nel 2015 dal ministero dei Beni Culturali.
Ma ora il Tar del Lazio, ovvero il tribunale amministrativo regionale, con due sentenze ha bocciato le nomine di cinque sui venti direttori nominati dal ministro Dario Franceschini e scelti da un’apposita commissione composta da docenti universitari, storici dell’arte ed esperti del settore. Il tribunale ha così accolto il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione di musei di Mantova, Modena, Paestum, Taranto, Napoli e Reggio Calabria.
L’ira del ministro Franceschini. Alla notizia delle sentenze del Tar, Franceschini ha commentato così: “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori – scrive il ministro su Facebook – Non ho parole, ed è meglio..”.
Ma vediamo quale errore procedurale hanno riscontrato i giudici del tribunale amministrativo regionale. Dalle sentenze risulta che “le procedure di selezione sono viziate in più punti“, tra cui “i criteri di valutazione dei candidati ammessi” (colloqui fatti a porte chiuse o su Skype “senza la presenza di uditori estranei”) ma soprattutto il fatto che per come era costituito, il bando “non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani”.
Secondo il Sole24Ore che ha anticipato alcuni dei motivi delle sentenze, “il Tar ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova, interessati direttamente dal verdetto del Tar”.
Visti il boom di visitatori (44,5 milioni di affluenze) ma soprattutto gli oltre 172 milioni di euro di incassi (12% in più rispetto al 2015) che si è registrato nei musei italiani, il Ministero in virtù dei risultati ottenuti, ha già annunciato di voler impugnare la sentenza del tar. “Faremo appello al Consiglio di Stato” ha affermato Franceschini. A questo punto, resterà da vedere cosa deciderà Palazzo Spada che, se non accogliesse le richieste dei Ministero dei Beni Culturali, costringerebbe il ministro a rivedere tutte le nomine.
P.M.
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