Che l’esecutivo guidato da Enrico Letta debba essere “a termine” lo riconosce anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Non indicando precise scadenze il capo dello Stato ritiene che, data la sua composizione, le cosiddette “larghe intese” che non si stanno rivelando tali, e date le motivazioni del suo concepimento, l’attuale governo non possa arrivare alla naturale scadenza del suo mandato. Napolitano indica però come “appropriata” la tempistica indicata dal premier Letta di 18 mesi per portare a compimento le tanto attese riforme. E sul contenuto di tali riforme Napolitano chiarisce che “non dirò nulla” nè oggi nè in futuro ma, aggiunge riferendosi alle nuove regole elettorali, ”questa volta bisogna uscirne”. Ciò però non significa che si debba tornare per forza ”ad un proporzionale puro”.
Proporzionale o no, rimane prioritaria tra le riforme quella elettorale per far sì che in occasione della prossima chiamata alle urne non si ripresenti l’attuale fase di stallo. Fase di stallo dalla quale si è usciti soprattutto grazie “ai sacrifici e alle coraggiose scelte” dei singoli partiti, “determinati ad uscire dalla crisi”. Ma è proprio questa la vera natura di questo anomalo governo. Una volta raggiunto l’obiettivo, si spera appunto entro i tempi indicati, sarà necessario farsi da parte e lasciar spazio a un esecutivo, dopo quelli tecnici e di larghe intese, democraticamente scelto dai cittadini.
Il capo dello Stato si è pronunciato in occasione del consueto incontro con i giornalisti nei giardini del Quirinale, aperti ai cittadini in occasione della festa del 2 giugno. In tale incontro Napolitano non si è però espresso sul presidenzialismo tanto invocato dal Pdl e sul quale ci sono state delle aperture anche da una parte del Pd, in particolare dallo stesso Enrico Letta. Ma è proprio sul tema presidenzialismo che avviene l’ennesima spaccatura tra i democratici. Una grossa fetta del maggiore partito di centro sinistra non sta tardando a mettersi di traverso. Contrari all’ipotesi di tale riforma costituzionale si dicono infatti l’ex segretario Bersani, Rosi Bindi e il “giovane turco” Matteo Orfini. Le alte sfere del partito avranno modo di confrontarsi e raggiungere un punto d’accordo già nella direzione di partito convocata nella giornata di martedì.
A tuonare invece contro Napolitano è il solito Beppe Grillo: “Napolitano – scrive sul suo blog- che sabato ha percorso via del Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta, un’immagine surreale del futuro della Repubblica, ha detto che “il governo Letta è un’esperienza a termine”, durerà 18 mesi, quando lui sarà alla soglia dei 90 anni”. “Mi domando, con quale autorità il presidente della repubblica definisce la durata di un governo?”. Che sia pure la sua un’apertura al presidenzialismo?
U.C.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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