Domani la Casa Bianca presenterà un piano di riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Fortemente voluto dal presidente Barack Obama, il progetto, battezzato Clean Power Plan (“Piano per l’energia pulita”), dovrebbe portare entro il 2030 le emissioni ai livelli del 2005.
I dettagli del progetto saranno divulgati domani, ma il New York Times ha pubblicato le prime indiscrezioni. Secondo il quotidiano USA, il testo fisserebbe obiettivi a carico dei singoli Stati federati, ma lasciando loro ampia libertà di scelta su come raggiungerli. Entro il 2016 gli Stati sarebbero tenuti a presentare i loro piani preliminari a Washington, che dovrebbero diventare definitivi entro il 2018.
Il taglio delle emissioni dovrebbe avvenire chiudendo alcune delle centrali elettriche più inquinanti – negli USA sono molto diffuse quelle alimentate a carbone – e aumentando gli investimenti nelle energie pulite, specialmente da fonti rinnovabili, come il vento e il sole.
La strada del provvedimento si annuncia in salita: la maggioranza repubblicana in Congresso appare pronta a dare man forte alle grandi imprese e ai governatori, preoccupati che l’adozione del piano a livello federale finisca per imporre nuove spese a carico degli Stati.
La lotta all’effetto serra, però, è da sempre un cavallo di battaglia dell’amministrazione Obama e sembra lecito aspettarsi che il presidente non ceda un palmo ai rivali, almeno finché resterà in carica, cioè fino alla fine di quest’anno.
In attesa della presentazione ufficiale, che come già ricordato si terrà domani, il presidente ha prestato la voce a un filmato pubblicato dal profilo Facebook della Casa Bianca. “È ora che l’America e il mondo agiscano contro i cambiamenti climatici”, afferma il presidente, che definisce il piano “il più grande e importante passo mai intrapreso per combattere i cambiamenti climatici”.
“Il clima sta cambiando in un modo che colpisce la nostra economia, la nostra sicurezza e la nostra salute”, prosegue Obama. “Questa non è un’opinione, è un fatto”, precisa, per liquidare le posizioni dei negazionisti.
Lo scorso novembre, il presidente USA ha firmato un accordo con il suo omologo cinese Xi Jinping con il quale la Cina si impegna a ridurre le emissioni di gas serra a partire dal 2030. Pechino ha ratificato il Protocollo di Kyoto – a differenza degli USA, che dopo averlo firmato, complice il passaggio di consegne fra Clinton e Bush, lo bocciarono – ma gli accordi presi in Giappone non la obbligavano a tagliare le emissioni, perché consideravano l’economia cinese ancora in via di sviluppo. Cina e USA producono il 45% delle emissioni di gas serra al mondo.
F.M.R.
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