Oggi la giornata mondiale della felicità

Se si dice che a volte basta poco per essere felici, oggi dobbiamo sforzarci di esserlo tutti. Ma proprio tutti. Il 20 marzo si celebra infatti la Giornata mondiale della Felicità.

Siate felici! almeno per oggi. La data del 20 marzo è stata scelta per celebrare la Giornata mondiale della felicità.

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È stata istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 28 giugno 2012. Nel documento di istituzione si legge:

L’Assemblea Generale (…)…consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, (…) riconoscendo inoltre la validità di un approccio più inclusivo. equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità e invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile (….) e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica (…)”.

Se essere felici è un diritto,  oggi dobbiamo festeggiare questa seconda Giornata mondiale della felicità nella maniera più opportuna. Mark Williamson, presidente di Action for Happines, un movimento di “ambasciatori della felicità” che a oggi conta oltre 33mila membri (tra i quali psicologi, sociologi, educatori, economisti…) disseminati in 142 Paesi del mondo, prova a fornire idee pratiche per consentire alle persone di agire nei vari ambiti della loro vita ed è convinto che:
I governi devono investire di più sulla salute e il benessere della popolazione. Stress, ansia, depressione portano sofferenza, a problemi di salute. Sono situazioni nelle quali si spendono soldi per le cure. È sempre più necessario destinare fondi alla tutela della salute mentale delle persone e aiutarle a stare bene. Serve la serenità necessaria per affrontare ogni difficoltà. Alla lunga è la scelta migliore e queste politiche pagano. Se le persone sono meno ansiose e stressate, ad esempio, si ammalano di meno. Le cure rappresentano un costo sociale importante. E se gli individui non stanno bene, perdono più facilmente il lavoro e i costi per la società aumentano”.
Parole sacrosante. Si dice che i soldi non fanno la felicità ma possono contribuire a raggiungerla. Come Williamson possiamo dire che sono un elemento correlato al benessere della persona che deve però puntare soprattutto sugli affetti per la realizzazione personale.

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