Altre due sparatorie, forse a sfondo razziale, nel giorno dei funerali dei cinque agenti uccisi a Dallas da Micah Johnson. Non basta a calmare gli animi la visita del presidente Barack Obama, che arriverà oggi nella metropoli del Texas per partecipare alle esequie con la moglie Michelle, il vice Joe Biden e il suo predecessore George W. Bush.
A Washington, alle prime luci dell’alba, cinque persone sono state arrestate per aver aperto il fuoco contro un gruppo di agenti, senza peraltro riuscire a ferirli. È ancora libero, invece, l’uomo che ieri sera – mentre in Italia era notte fonda – ha ferito cinque persone a una veglia funebre a Baltimora. I feriti si erano riuniti per ricordare Jermaine Scofield, a sua volta assassinato domenica a colpi d’arma da fuoco. Nessuno di loro è in pericolo di vita, ma la città del Maryland – una delle più violente degli USA – è ripiombata nella paura e nella tensione.
L’anno scorso Baltimora è stata uno dei cuori pulsanti delle proteste contro i metodi della polizia: a scatenarle era stato il caso di Freddie Gray, un afroamericano morto per un trauma alla colonna vertebrale subito all’interno di un cellulare della polizia. Le proteste, durate quasi un mese, avevano costretto le autorità a dichiarare il coprifuoco e a schierare la Guardia nazionale.
A Dallas, in attesa dell’arrivo di Obama, il capo della polizia David Brown ha partecipato alla veglia per i cinque agenti uccisi da Micah Johnson, che ha definito “eroi”. Ieri Brown aveva rivelato di aver ricevuto minacce di morte dopo la sparatoria. Durante la veglia, per strada c’erano centinaia di persone, e davanti all’ingresso della centrale di polizia una distesa di fiori. Ma le proteste contro i metodi delle forze dell’ordine vanno avanti nel resto degli USA. Ad Atlanta una manifestazione è degenerata in scontri, con diversi arresti. Intanto l’unità antiterrorismo di Detroit ha annunciato di aver arrestato quattro uomini accusati di aver incitato ad attaccare gli agenti e inneggiato a Johnson su Facebook. Mentre DeRay McKesson, il leader di Black Lives Matter arrestato ieri per qualche ora a Baton Rouge, si è dichiarato “amareggiato” dalle provocazioni che secondo lui la polizia rivolge ai manifestanti impegnati in proteste pacifiche.
Il sindaco di Dallas, il democratico Mike Rawlings – che, come tantissimi altri civili in Texas, possiede una pistola dalla quale non si separa mai – ha ammesso di essere favorevole a un inasprimento delle leggi che consentono di portare armi da fuoco in pubblico. “Questa è la prima volta – ha detto in un’intervista rilasciata alla stampa locale – che penso che una legge possa danneggiare i cittadini, la polizia, e non proteggerli”.
F.M.R.
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