Far quadrare i conti è diventato per il Governo un esercizio duro e per nulla tranquillo. Dopo le critiche della UE sul rapporto deficit pil e le perplessità relative all’introduzione del reddito di cittadinanza, ora è il fisco a creare nuove tensioni all’interno della maggiornaza e proprio su questo tema oggi il vicepremier Luigi Di Maio, ha disertato il vertice in corso a Palazzo Chigi in vista del Consiglio dei ministri che si deve tenere in giornata per approvare il provvedimento che contiene tra l’altro la pace fiscale. Il vicepremier è nella sede del governo ma ha deciso comunque di non partecipare alla riunione.
Ma intanto Salvini sembra deciso a continuare sulla propria strada. “Sulla pace fiscale andremo fino in fondo” è quanto ha spiegato il ministro dell’Interno a Monza parlando all’assemblea nazionale di Confimi Industria . “Sui furbetti nessuna transigenza, però ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio. Uno Stato normale con questa gente ragiona, non continua a condannarla” ha spiegato il vicepremier. “Mi dicono non si può fare? Ma volere è potere, quindi noi andremo fino in fondo” ha aggiunto.
Tornando sull’ipotesi di un governo tecnico il vicepremier ha replicato polemicamente ai sostenitori di un simile progetto “Un ipotetico governo tecnico in questi mesi di settembre e ottobre dove ci avrebbe portato? Noi stiamo combattendo a colpi di spread”: così dice il vicepremier . “Guardo ai mercati, è mio dovere, però, mi viene il dubbio che se le ricette degli ultimi anni hanno portato a questa situazione significa che dal punto di vista economico dobbiamo cambiare. E’ mio dovere pormi la domanda se abbiamo sbagliato medico o terapia. Seguire indicazioni internazionali ha portato il meglio delle nostre aziende e dei nostri grandi marchi a finire in mani straniere”.
E senza mai citare il reddito di cittadinanza Salvini ha precisato: “Sono assolutamente convinto che il lavoro non si crea per decreto. È nei fatti che si vede e si fa la differenza”. “Non penso che questo paese abbia bisogno di assistenza – ha aggiunto – ma che abbia bisogno di impresa e lavoro vero”.