E’ stata solo una trovata mediatica. Una provocazione che ha colto nel segno. L’episodio, reale o presunto tale, dell’elemosiniere del Papa che si cala nel pozzo della centralina per togliere i sigilli al contatore nel palazzo occupato, all’angolo tra via Santa Croce in Gerusalemme e via Statilia, serviva solo a richiamare l’attenzione.
Prova a smorzare così i toni della polemica, che rischia di creare un pericoloso precedente di ingerenza della Chiesa nella gestione legale delle occupazioni abusive, il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin. Commentando il gesto del cardinale Konrad Krajweski, ha infatti detto: “Credo che lo sforzo dovrebbe essere quello di capire il senso di questo gesto, che è attirare l’attenzione di tutti su un problema reale, che coinvolge persone, bambini, anziani”.
Ma dunque su cosa si voleva porre l’attenzione dei media? Se il problema interessa e coinvolge il Vaticano quanto accaduto è una risposta che implica valutazioni politiche ed istituzionali. In realtà il problema del disagio economico vissuto da almeno 5 milioni di famiglie italiane come rilevato dall’Istat, con un precedente del genere come va affrontato?
Se un cittadino italiano, in difficoltà economiche, realtà che riguarda ed investe tantissime famiglie soprattutto in tempi di crisi come questi, non paga la bolletta e non sana la morosità entro il tempo stabilito, il fornitore procede a una riduzione di potenza, e dopo 15 giorni gli sospende del tutto il servizio. Questa la realtà con la quale stanno facendo i conti, come si diceva, tante famiglie in difficoltà.
Però la legge per quanto dura è sempre legge. Per tutti e senza distinzioni.
Per quanto riguarda l’occupazione dell’edificio in questione da parte di un gruppo come Action, politicamente schierato, la questione presenta aspetti ancor più problematici. Gli occupanti, ovvero le 186 famiglie in emergenza abitativa, stanno nell’edificio da diversi anni. In molti si chiedono se in tutto questo tempo una parte di esse non abbia percepito redditi, o effettuato lavori, in grado di onorare almeno le spese di gestione degli appartamenti.
Oggi chi occupa abusivamente un immobile, che sia una casa popolare o un palazzo abbandonato, per effetto dell’articolo 5 del Piano Casa varato dal Governo Renzi nel 2014, non può ottenere la residenza e nemmeno l’allaccio delle utenze. A quanto pare i rappresentanti di Action e dello Spin Time Labs chiedono invece da tempo alla Sindaca Raggi di normalizzare la situazione, per mettersi in regola coi pagamenti di quanto da loro utilizzato, stabilendo la propria residenza nel palazzo. Una deroga alla legge insomma, come già avvenuto a Palermo in situazioni simili, grazie all’intervento, a gennaio, del sindaco Leoluca Orlando.
E’ chiaro dunque che il problema è innanzitutto politico. Così le reazioni della politica, punta sul vivo e in piena campagna elettorale, non si sono fatte attendere. Già ieri, il vicepremier Matteo Salvini aveva invitato polemicamente il Vaticano, a “pagare le bollette di tutti gli italiani in difficoltà”.
Anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ospite ieri sera di Quarta repubblica su Retequattro, si era dichiarata in disaccordo col gesto dell’elemosiniere. “Se avesse voluto, il cardinale, poteva pagare lui le bollette e potrebbe ospitare lui queste persone”. Secondo la Meloni infatti si crea un precedente pericoloso: “Se si stabilisce il principio che chiunque può occupare uno stabile che potrebbe essere utilizzato per dare case popolari […] se noi diciamo che a quelli che non la rispettano (la legge, ndr) gli paghiamo la luce […], non è giusto”.
Diversa la posizione di Luigi Di Maio che precisa, nella puntata di Matrix che andrà in onda stasera su Canale 5: “Un cardinale non è un politico, rappresenta il Vaticano. Ha agito secondo i suoi principi. Per me la legalità deve valere per tutti, non voglio scatenare il caso su questo episodio se poi ci teniamo gli immobili occupati da CasaPound e centri sociali. Tutti gli immobili occupati vanno sgomberati”.
Lo Spin Time Labs, che ha sede nel palazzo occupato, è un realtà sociale multiforme. Oltre alle 186 famiglie in disagio abitativo al suo interno trovano posto una birreria artigianale, un centro culturale polifunzionale, un centro di assistenza sociale. Da anni le sue attività sono all’attenzione del Comune di Roma: l’associazione ha già da tempo incassato l’appoggio della presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi: “Sono due anni che chiedo un tavolo tra la Regione, il Comune e la proprietà per riconoscere questa esperienza e renderla meno fragile”. Tuttavia, nonostante il vicesindaco, Luca Bergamo, abbia seguito fin da settimana scorsa la situazione del distacco di fornitura elettrica, nessun esponente dell’amministrazione comunale ha preso parola ufficiale sulla vicenda.
E.R.
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