La pedofilia come male dilagante a tutti i livelli: come si fosse in un ideale slalom parallelo, mentre le pareti del Vaticano sono scosse dalle indagini su alti prelati coinvolti, a vario titolo, in episodi di abusi sessuali compiuti nei confronti di minorenni, anche il mondo del calcio, quasi fosse mosso da un moto d’invidia, non ha voluto lasciare, neppure su un tema così grave, le luci della ribalta agli ambienti ecclesiastici. E’ di oggi, infatti, la notizia che un allenatore di calcio giovanile di una squadra della Capitale, A.A., è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Roma per prostituzione minorile e atti sessuali con minorenni.
Le indagini, condotte dalla IV sezione della Mobile (specializzata in reati sessuali contro le donne, i minori e le fasce vulnerabili e coordinata dalla Procura di Roma) prende le mosse addirittura dal 21 febbraio scorso, giorno in cui gli investigatori hanno ricevuto una segnalazione per un tentativo di approccio sessuale messo in atto all’interno dello spogliatoio di un’associazione sportiva da parte di A.A., un allenatore della struttura.
Gli inquirenti sono risaliti all’uomo al termine di un’attività di costante monitoraggio focalizzata sia sui suoi spostamenti fisici, sia sui suoi movimenti “virtuali”. Già da questi accertamenti era emerso un quadro del soggetto piuttosto allarmante connotato dalla ripetitività del medesimo ‘modus operandi’: il mister, per circuire i propri allievi, assumeva atteggiamenti via via sempre più premurosi nei confronti delle giovani leve che arrivava anche all’elargizione di benefici economici (come somme di denaro, regali di vario genere, ricariche telefoniche, ecc.), il tutto finalizzato a far abbassare la soglia di difesa e di diffidenza dei piccoli calciatori in erba sino a spingerli ad accettare contatti ‘più ravvicinati’. L’attività di monitoraggio così svolta e supportata anche da appostamenti e pedinamenti ha consentito di evitare l’equivoco che il comportamento dell’allenatore fosse da considerarsi meramente occasionale e circoscritto all’episodio denunciato. E’ evidente, invece, che si tratta, a parere degli inquirenti, di un soggetto pericoloso socialmente, che reitera le proprie azioni, senza mai desistere dai propri comportamenti, ormai divenuti abituali e non manifesta alcun ravvedimento né pentimento, essendo incurante delle proprie condotte antigiuridiche.
Decisivo, ai fini dell’arresto dell’uomo, si è rivelato un appostamento che ha consentito di cogliere il mister in flagranza di reato.
L’impressione è che ci si trovi in presenza di un fenomeno, quello degli abusi sessuali su minori, di dimensioni molto più vaste di quanto si pensi e diffuso capillarmente in qualunque attività implichi la possibilità di scoprire talenti in erba da lanciare, specie se in circuiti dove il miraggio (o anche le possibilità concrete) di futuri cospicui guadagni, possa alimentare un insano rapporto tra mèntore e allievo. Lo sport, che più di altre attività, promette sogni di gloria e denari e che, da sempre, è caratterizzato da un clima di diffusa omertà (sino a toccare i più alti livelli del professionismo), si presta ad essere uno dei terreni più fertili. Ma non il solo.
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