Picasso arriva a Pisa. Dopo il successo delle mostre di Chagall e Miro’, dal 15 ottobre Palazzo Blu ospitera’ una grande rassegna che, attraverso 200 opere, ripercorrera’ settant’anni della straordinaria produzione dell’artista catalano, il piu’ celebrato del XX secolo. Curata da Claudia Beltramo Ceppi (con la collaborazione di numerosi specialisti), l’importante esposizione intitolata ‘Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso’ e’ frutto dell’intensa collaborazione con il Museo Picasso di Barcellona, il Museo Picasso di Malaga e il Museo Picasso di Antibes.
A sottolineare una volta di piu’ la volonta’ della Fondazione Palazzo Blu di intessere relazioni e legami con importanti istituzioni pubbliche che conservano le opere dei grandi maestri del ‘900. La mostra si incentrera’ su diversi nuclei di opere, realizzate da Picasso con le tecniche piu’ diverse: dipinti, ceramiche, disegni e opere su carta, alcune celebri serie di litografie e acqueforti, libri, tapisserie. Opere in molti casi raramente visibili, tra cui la collezione, unica nel suo genere, di 59 linoleografie (un’incisione del tipo della xilografia), appartenenti al Museo Picasso di Barcellona, una tecnica particolarissima, che per Picasso fu un un mezzo espressivo espressivo di prim’ordine, tale da assumere, nella sua produzione, la medesima importanza della gouache per artisti come Marc Chagall e Matisse. Dotato di un’innata, geniale capacita’ di padroneggiare tutte le tecniche e i linguaggi, l’artista fu in grado, dice il presidente della Fondazione Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi, di compiere quel ”superamento della prospettiva rinascimentale divenuta tradizionale canone della pittura occidentale, che lo ha confermato nell’immaginario collettivo il rivoluzionario prototipo dell’avanguardia e della apparente incomprensibilita’ dell’arte del ‘900”. Se Picasso e’ stato dunque con il cubismo, uno dei grandi innovatori delle pittura contemporanea, prosegue Bracci Torsi, non si e’ pero’ fatto condizionare dallo stile innovativo che aveva contribuito a creare, ma, ”grazie alla originalissima vena della sua ispirazione e alle incredibili versatilita’ e capacita’ tecnica, ha continuato per tutto il corso della sua lunga vita a sperimentare, scegliendo di volta in volta la forma espressiva che gli sembrava piu’ adatta al tema o al sentire del momento”. ”Variazione non significa evoluzione – sosteneva Picasso – Quando ho qualcosa da dire, lo dico nel modo che mi sembra piu’ naturale. Motivi differenti, inevitabilmente richiedono differenti metodi di espressione. Questo non implica evoluzione o progresso, ma adattamento dell’idea che uno vuole esprimere ai modi per quest’idea”. Una genialita’ dirompente, uno dei piu’ grandi talenti mai esistiti, caratterizzato, fra l’altro, da quella ”provocatoria presunzione” che appunto gli aveva fatto pronunciare la frase (attribuita) che da il titolo alla mostra pisana. Una creativita’ irripetibile, che il percorso espositivo di Palazzo Blu vuole rendere accessibile a tutti, soprattutto ai giovani, restituendo intatto il Picasso artista, l’uomo e il personaggio.
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