Mentre la magistratura genovese si appresta ad incriminare non meno di venti persone per le tragiche conseguenze del crollo del ponte Morandi il ministero delle infrastrutture da parte sua sta accelerando i tempi per la determinazione di eventuali responsabilità di funzionari pubblici. Iniziano a cadere le teste di alti funzionari che non sarebbero stati in grado di bloccare per tempo il degrado del manufatto il cui crollo come si sa ha provocato la morte di 43 persone.
Ed è cosi che nelle ultime ore si è risolta con l’uscita di scena dei due interessati la polemica sulla presenza nella commissione ispettiva del Mit di Brencich e Ferrazza: il primo ha dato le dimissioni, mentre al secondo ha revocato l’incarico lo stesso ministro Toninelli. Anche se, precisa oggi Ferrazza, ‘Anch’io vorrei cercare di capire. Ma prima di parlare dovrei ricevere una comunicazione del ministero, cosa che ancora non c’è stata’. Intanto i periti incaricati dai pm affermano che anche le condizioni del moncone ovest del ponte Morandi ‘sono gravi, se non gravissime’. L’inchiesta vedrà nei prossimi giorni i primi indagati, in tutto forse, come dicevamo una ventina. E nel mirino dei giudici c’è di tutto dai verticidella società Autostrade del gruppo Atlantia della famiglia Benetton che in tutta la vicenda è bene ricordarlo continua a mantenere un atteggiamento a dir poco sconcertante. Dalle indagini e dagll’esame dei documenti che in queste ore stanno arrivando a ministero e magistrati si scopre il poderoso intreccio di negligenza, mancato allarme, incredibile rinvio dei primi indispensabili interventi da fare, interventi che secondo tecnici e Pm avrebbero potuto evitare questa tragedia annunciata
“Indagini sperimentali e monitoraggio appaiono completi ma si rilevano alcuni aspetti discutibili per quanto riguarda la stima della resistenza del calcestruzzo” e in particolare “il metodo Sonreb-Win è scientificamente ormai ritenuto fallace”. E’ il passaggio chiave della relazione del Comitato tecnico del Provveditorato su Ponte Morandi firmata dal presidente Roberto Ferrazza, che è stato rimosso dal Mit, e dagli ingegneri Antonio Brencich, che ieri si è dimesso, Mario Servetto, Salvatore Buonaccorso e Giuseppe Sisca. Nelle conclusioni, infatti, il Comitato parla di “elementi discutibili” per quanto riguarda la stima “della resistenza del calcestruzzo” e mette in evidenza che “non vien precisato” il tipo di tassello per il test di pull out che serve per sondare la resistenza del calcestruzzo. Una notazione “non marginale” perché è documentato che alcuni tasselli “potrebbero portare a sovrastime anche del 100%”. Compito del Comitato era quello di dare parere sul progetto esecutivo presentato da Autostrade per mettere in sicurezza il viadotto. Nella lista ch comprende nomi dei relatori, uditori e esperti presenti al Comitato figurano anche i nomi di Paolo Strazzullo di Autostrade per l’Italia e Massimiliano Giacobbi, di Spea Engineering, società del gruppo Atlantia.
Dalle carte dell’inchiesta emerge un documento dunque che dimostra come la società Autostrade fosse non solo a conoscenza, ma anche preoccupata dal deterioramento del viadotto. Alla metà del luglio scorso, un mese prima del crollo, i vertici del Primo Tronco, che hanno competenza sul ponte Morandi, stipulano una convenzione con l’Università di Genova. Agli esperti del Dicca, dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Autostrade chiede di valutare il progetto di rinforzo degli stralli nonostante sia già stato approvato dal Ministero un progetto esecutivo e sia stata indetta una gara di appalto da 20 milioni per il rifacimento del viadotto. Questo è quanto riportano alcuni quotidiani. Gli accertamenti erano già fissati per la metà di settembre. Perché dunque Autostrade, che ha già un progetto pronto a partire, chiede ulteriori verifiche agli esperti ingegneri dell’ Ateneo genovese? E ancora: i vertici del Primo Tronco sono forse preoccupati dei pareri espressi dalla società privata Cesi e successivamente dal Politecnico di Milano sulle carenze di risposta dei tiranti? Su questo aspetto sono in corso accertamenti da parte della Procura. Dalle carte però emerge che il contatto tra la società e l’ateneo genovese avviene alla fine di dicembre. E però subito dopo il parere del comitato tecnico presieduto dal provveditore Roberto Ferrazza che contesta il metodo utilizzato per analizzare gli stralli, inizia una sorta di contenzioso tra Università e Autostrade sulle modalità dell’ intervento previsto dalla convenzione che termina solo a luglio con la firma della stessa.
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