Arrivata oggi alla Camera la proposta di legge sulla prescrizione, cioè quella relativa al tempo previsto dal codice penale scaduto il quale, un reato non può più essere perseguibile. La votazione è fissata per la prossima settimana, ma intanto, la maggioranza si presenta all’appuntamento divisa: da una parte Area popolare che in commissione ha votato contro, dall’altra il Movimento Cinque Stelle che si riserba di esprimere voto favorevole se al provvedimento saranno apportate alcune modifiche.
In definitiva però, qualora la legge venisse approvata, quali i cambiamenti per il sistema giudiziario? Il testo prevede la sospensione della prescrizione per due anni dopo la condanna di primo grado, con l’aggiunta di un altro anno dopo la condanna in appello. Ma non solo. Nella proposta legislativa è previsto un prolungamento del tempo per accertare il reato di corruzione propria, cioè della forma più grave di corruzione, quella compiuta da un pubblico ufficiale che riceve denaro o utilità per omettere e ritardare un atto di ufficio. Il tempo per l’accertamento salirebbe da otto a dodici anni.
L’approvazione di questa legge potrebbe forse aprire le porte ad altre importanti riforme in tema di giustizia: dal testo sull’anticorruzione, fermo in Commissione Giustizia al Senato, al provvedimento sul divorzio breve, fino alla modifica della legge Severino; questa ultima, è la legge del 2012 che prevede per gli amministratori locali la decadenza per i condannati in primo grado; la stessa norma vieta ai parlamentari di candidarsi alle politiche solo se condannati in via definitiva con una pena superiore ai due anni. Attualmente la legge è in attesa del pronunciamento della Consulta sulla sua legittimità costituzionale. Forti dubbi sono stati espressi infatti sulla sua costituzionalità, da Vincenzo de Luca, condannato per abuso di ufficio e secondo la legge ineleggibile alle Regionali della Campania, al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, fino all’ex premier Silvio Berlusconi, recentemente assolto dai reati di concussione nel processo Ruby e forse il primo a definirla “anticostituzionale” già nel 2013, dopo la sentenza, quella volta non ribaltata dalla Corte di Cassazione, di condanna a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati con l’indulto.
Ciò che chiedono i Cinque stelle per concedere il proprio appoggio alla legge sulla prescrizione è di renderla ancora più incisiva: ok alla sospensione della prescrizione dopo la condanna di primo grado ma senza limiti di tempo, aumento della prescrizione minima e aumento del limite, considerato troppo basso, della prescrizione massima.
Priscilla Muro
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