Nel dettaglio, per gli assolti in primo grado, la prescrizione continua a correre; per i condannati si ferma dopo il primo grado di giudizio mentre il processo va avanti. Se il condannato subisce una nuova condanna, la prescrizione si blocca in maniera definitiva. Se viene assolto (ed è questa la grande novità), può recuperare i termini di prescrizione rimasti nel frattempo bloccati. In altre parole, il blocco scatterebbe, in via definitiva, solo per la doppia condanna, in primo e in secondo grado di giudizio. L’ipotesi più accreditata è che la riforma sulla prescrizione, già in vigore, venga modificata subito con un decreto legge (che contenga il nuovo accordo PdM5s-LeU) o al massimo venga introdotta con il decreto Milleproroghe, soluzione che però sembra essere più difficile.

Il ‘no’ dei renziani che chiedono il rinvio di un anno, a gennaio 2021 della riforma sulla prescrizione. Quindi, il lodo Annibali da votare alla Camera, nel decreto Milleproroghe, oppure il ritorno della legge del forzista Enrico Costa, che cancellerebbe del tutto la riforma di Bonafede.

La battaglia si giocherà soprattutto in Senato dove l’esecutivo giallorosso rischia di non avere la maggioranza senza i voti di Italia Viva. «Il Pd ha mollato Orlando e il riformismo (una sospensione della prescrizione di 36 mesi, ndr) per difendere Bonafede e il giustizialismo, ma noi votiamo contro i giustizialisti per ripristinare la nostra legge», hanno concluso i renziani.