Tutta colpa del Viagra, la pillola blu che fa sentire l’uomo maturo ancora giovane, in grado di reinnamorarsi e mettere su un’altra famiglia, anche quando l’età anagrafica sembrerebbe la più appropriata per svolgere il ruolo di nonno.Ma da un ventennio c’è la pillola dell’amore che dà la possibilità di performance sessuali e nuovi legami in età avanzata. Niente di male se a godere di quello scampolo di felicità è il ‘nonnino’ in compagnia della propria badante. Una felicità tardiva come la vendemmia, ma pur sempre importante soprattutto quando da parte di chi la vive c’è la consapevolezza che la vita sta scappando via.
Contento lui… come si dice? eh no, qui arriva il problema vero. Perché gli altri non sono affatto contenti, includendo negli ‘altri’ quei parenti che consapevoli della vetusta età del congiunto si sono fatti già qualche conticino sulla fetta di eredità che spetterà loro dopo il suo passaggio a ‘miglior vita’.
A dare testimonianza del grado di scontentezza di coloro che rimangono senza darsi pace, è il notaio.
«Ho visto espressioni indimenticabili alla lettura dei testamenti. Succede, quando il Caro estinto lascia tutto a un figlio di cui la famiglia ufficiale non conosce l’esistenza. Oppure quando compare il nome della sua giovane badante, fino a quel momento tenuta in tinello a debita distanza. È un fatto che da quando esiste il Viagra, l’apertura dei testamenti si è rivoluzionata». Parola di Jean-Paul Decorps, presidente dell’Unione internazionale dei notai.
La realtà di cui parla il presidente dell’Uinl, non è affatto nuova. È stata anche posta sotto attenzione da diversi narratori. Lo scrittore peruviano Vargas Llosa, premio nobel per la letteratura nel 2010, nel suo “Un eroe discreto” fa parlare un ricco assicuratore che annuncia di voler sposare la cameriera Armida e spiega all’amico.
«Se proprio vuoi saperlo, ce la passiamo splendidamente a letto. Per essere preciso uso il Viagra solo qualche volta, quasi non ne ho bisogno».
Ma le nozze con la cameriera hanno soprattutto lo scopo di far dispetto al figlio togliendogli parte dell’eredità.
Insomma, la pillolina blu ha effetti dirompenti anche fuori dalle lenzuola: sta stravolgendo i bilanci degli istituti pensionistici del mondo occidentale. L’età media si è alzata vertiginosamente e con essa anche la qualità della vita dai 70 ai 90 anni.
La Spagna, e Barcellona in particolare, stanno cercando di prederne atto, primi nel mondo. Una serie di nuove norme appena emanate dal governo regionale stanno cercando di rispondere a livello legislativo alla mutata realtà dovuta non solo all’allungamento della vita conseguente al miglioramento della salute, che di godere di un’altra ‘gioventù’dopo la pensione, ma anche dopo la vedovanza o dopo l’ennesimo divorzio.Poi c’è la crisi della famiglia tradizionale: i figli non sono disponibili o non possono accudire gli anziani, oppure sono vecchi essi stessi. Le case poi non sono adeguate ad accogliere famiglie attive e vecchi assieme. Ecco allora che il patrimonio accumulato nella vita lavorativa assume un altro significato. Non è più il ‘frutto di sacrifici’ da tramandare alla generazione successiva, ma quel risparmio al quale attingere per rendere più agevole la vita quotidiana dell’anziano.
Le scene come quelle raccontate a La Vanguardia dal dottor Decorps, a capo di un’associazione che raggruppa 200mila professionisti in 83 collegi notarili nel mondo, non sono ormai una rarità.
«Le lacrime dell’erede non bagnano il fazzoletto», ricorda con una vecchia massima Decorps, ma oggigiorno rischiamo non solo di non avere lacrime, ma neppure eredi. Nelle nuove norme catalane si è inserito, ad esempio, un inedito «patto generazionale» («lascio i beni a chi mi cura») che per certi versi ricorda i patti matrimoniali di moda tra i miliardari americani. Sono state introdotte anche diverse varianti per dare la possibilità di intaccare il principio della legittima, ovvero la quota per legge destinata ai parenti di primo grado che in Italia, nel caso di moglie e due figli, è pari al 75 per cento del patrimonio.
La legittima appare oggi, a volte, come un’istituzione senza senso: figli trasferiti per lavoro lontano migliaia di chilometri. Oppure figli di legami che si sono disciolti decine e decine di anni prima, con il risultato che i legami di sangue possono essersi talmente annacquati nell’indifferenza d’aver perso valore. Ma che la legge ha stabilito come legittimi ad intascare la loro parte di testamento. Allo stesso modo, però, una tardiva euforia da Viagra può offuscare una vita di affetti e di reciproco scambio tra genitori e figli.
Libertà individuale, convenzioni sociali, rispetto umano, in un testamento entra di tutto. Ma forse è ora di rivedere la normativa.
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