Sei stressato? ”Fatti una canna!”. Sei preoccupato? Tira un pò di coca… Il mercato della droga non conosce crisi. Oggi più che mai secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite: sono infatti 271 milioni le persone nel mondo che hanno fatto uso di droghe nel 2017, l’ultimo anno analizzato. Una situazione drammatica ed allarmante che non risparmia l’Italia. Roma tra l’altro è tra le città che detiene il triste primato della vendita e consumo di droga nel nostro Paese. Negli ultimi nove mesi sono stati sequestrati 250 chili di cocaina e 4.250 chili di hashish, per un valore stimato al dettaglio di circa 120 milioni di euro. Un fiume di sostanze stupefacenti, a dir poco, sconcertante. La cocaina per restare svegli e la marijuana per tranquillizzarsi, sono tra le abitudini quotidiane dei ragazzi del nuovo millennio. La normalizzazione dello sballo come stile di vita e come aggregazione sociale sono comportamenti per i giovani fin troppo fascinosi, che se da una parte li rendono parte di un gruppo vulnerabile, dall’altro aumentano la loro estraneità rispetto alla realtà. La Capitale è balzata alle cronache nazionali per un susseguirsi di delitti legati al mondo degli stupefacenti che coinvolge e marginalizza Come dimenticare la morte del vice brigagliere Mario Cerciello Rega, per mano di due tossicomani americani. E Fabrizio Piscitelli, il capo degli ‘Irriducibili’ della Lazio, ammazzato su una panchina con un colpo di pistola alla nuca? Per non parlare di Luca Sacchi il ragazzo ucciso con un colpo alla testa da due spacciatori nel quartiere Appio Latino. Si tratta secondo quanto ricostruito dagli investigatori di delitti riconducibili alla malavita più o meno organizzata che copre e distribuisce il mercato delle sostanze stupefacenti in tutto il territorio urbano: una vera e propria emergenza sociale. Storie di giovani, di spaccio, di pistole, di droga e di soldi. Questi ragazzi sono cresciuti con il mito del potere e dell’invincibilità, indifferenti alla giustizia e alle istituzioni. Più volte, abbiamo visto le loro immagini con in volto un sorriso sprezzante, un occhiolino di furbizia, un’aria di sfida, un atteggiamento sfrontato di fronte alle vittime e ai loro parenti. Sono ragazzi a volte con un passato criminale di tutto rispetto, e un futuro, per molti di loro, senza speranza. Abbiamo chiesto al professor Vincenzo Maria Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, titolare della Cattedra di Psicopatologia forense presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza”:
Può spiegarci, professore, come mai i giovani sono così attratti dalle attività criminali e in particolare dalla droga? “Per i ragazzi è come andare dal tabaccaio a comprare un pacchetto di sigarette, anziché fumare tabacco comprano droga. Quindi non è un più un’azione legata al desiderio, ma ad un fatto interpersonale, cioè per essere socialmente coinvolti, organizzano la “festa “. Per stare al centro dell’attenzione”.
Perché l’utilizzo di droghe leggere e pesanti, naturali o chimiche è così aumentato nel mondo giovanile? “L’utilizzo delle sostanze stupefacenti non è un meccanismo per svagarsi o per “sballarsi”, ma è un modo per diluire le relazioni sociali con l’altro. I giovani, che vengono in terapia da me, non hanno nessuna cognizione dei rischi a cui vanno incontro, non vogliono conoscere le conseguenze delle loro azioni. Usano ripetere mnemonicamente ‘ci penserò domani’”.
Professor Mastronardi, Lei presenta in questi giorni il suo ultimo libro Hypnos, scritto con Gino Saladini, medico legale e psicologo clinico. Pensa che attraverso la tecnica dell’ipnosi, i consumatori di droga possano essere aiutati? “In Medicina Criminologica l’ipnosi è risultata utile sia come ausilio diagnostico, sia come scarico delle tensioni e come mezzo relazionale e terapeutico nel setting operatore-paziente. L’ipnosi non è una tecnica appropriata per i drogati, ma certamente può essere utilizzata per coadiuvare l’analisi psicologica e ottenere buoni risultati”.
Cos’è che spinge secondo Lei i giovani a consumare così tanta droga? Cosa alimenta questa spirale tra bisogno e consumo?
“Vengono idealizzati stili di vita in cui i consumi a rischio sono la normalità. La vita reale è prigioniera di falsi stereotipi che diffondono ricchezza e desideri seduttivi orientati al “mito” della delinquenza”.
Investire risorse sull’istruzione e sulla genitorialità potrebbe essere la cura giusta per sanare il malessere sociale? “Allontanare i giovani, per qualche ora, dal cellulare e dalla gabbia del web, sarebbe l’inizio di un’avventura verso una “nuova” consapevolezza. Solo sperimentando relazioni più autentiche si potrebbe comprendere la vera dimensione del reale. I video, le foto e i social sono tra le cause che deviano e orientano le menti in un oblio di false verità. Proprio nelle false apparenze, e nelle aspettative impossibili che le vite di questi giovani si frantumano. La rincorsa verso pericolose abitudini, porta molti di loro verso un quotidiano rischio di mortalità. E’ solo dall’offerta di nuovi ideali, lontani dal crimine e dalla nullità dell’esistenza che il mondo della droga potrebbe “incassare” un duro colpo. Sostituire il piacere dello sballo con il piacere della vita è la vera missione da auspicare per tutte le future generazioni”.
Barbara Ruggiero
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