“Ritengo di aver agito in buona fede e spiegherò le mie ragioni ai magistrati”. Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, nella conferenza stampa tenuta in occasione del primo anniversario della sua elezione.
Ieri la procura di Roma aveva notificato alla prima cittadina la chiusura delle indagini a suo carico per il caso delle nomine della giunta. Di solito, a questo tipo di atti segue la richiesta di istruire un processo.
Se così fosse, le ipotesi di reato da formalizzare sarebbero falso e abuso d’ufficio. La prima sulla nomina di Renato Marra alla direzione Turismo di Roma Capitale, la seconda per la nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica capitolina.
Per il caso Romeo la sindaca ha ricevuto l’avviso di garanzia lo scorso 24 gennaio, e a febbraio ha sostenuto un interrogatorio lungo più di otto ore. A portarla in tribunale con l’accusa di falso potrebbero essere la dichiarazione di aver deciso di persona ogni dettaglio della nomina e quella di non sapere niente delle tre polizze vita intestatele da Romeo, anch’egli indagato per abuso d’ufficio.
Con la nomina a capo della segreteria politica, lo stipendio di Romeo si moltiplicò per tre, da 39 mila a 110 mila euro lordi l’anno. Numero poi corretto al ribasso – ma solo fino a 93 mila euro – dopo l’intervento dell’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. A ottobre scorso, l’ANAC aveva invitato le amministrazioni locali alla “ragionevolezza” negli stipendi dei funzionari, ma aveva stabilito che la retribuzione di Romeo era “legittima”.
Per quanto riguarda la nomina di Marra – fratello dell’ex capo del personale Raffaele Marra, arrestato lo scorso dicembre e accusato di corruzione insieme al costruttore Sergio Scarpellini – la procura ha chiesto di archiviare l’accusa di abuso d’ufficio contro la Raggi, mentre per la stessa accusa con ogni probabilità andrà alla sbarra il fratello di Marra. Chiesta l’archiviazione anche nella vicenda che riguarda la nomina di Carla Raineri a capo di gabinetto e in quella del dossieraggio sull’attuale presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito.
Alessandro Mancori, legale della Raggi, ha detto di non voler commentare la notizia in modo articolato “finché non accederemo agli atti depositati dai PM”. In Campidoglio si ostenta ottimismo. Oggi, in conferenza stampa, la sindaca ha detto di aver parlato con il garante M5S Beppe Grillo: “Mi ha incitato ad andare avanti e continueremo a lavorare”.
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