Bambini da zero a tre anni. Figli di donne detenute che vivono in cella con le madri. A loro è rivolto il programma di musicoterapia che parte oggi nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Bambini di età compresa tra zero e tre anni. difficile considerarli colpevoli di qualche reato. Eppure sono detenuti. Nel carcere di Rebibbia, per la precisione. Per legge vivono in cella con le rispettive madri, loro sì condannate e detenute. E ci restano fino al terzo compleanno, dopodiché escono e vengono affidati a qualche familiare, se c’è ed è disponibile. Una condizione, un percorso di vita ideale, per così dire, per “allevare” sin dalla culla bambini quantomeno aggressivi, con forti difficoltà relazionali, se non peggio.
A questi bambini e alle loro madri detenute è rivolto “Musica dentro”, un programma di musicoterapia che l’associazione A Roma insieme – Leda Colombini realizza da quattro anni nella sezione nido del carcere romano di Rebibbia. Un laboratorio con attività ideate proprio per aiutare questi bambini, per stimolarli, con il suono del loro stesso corpo o con strumenti sonori, con il canto e anche con la musica, il gioco e la danza.
La musicoterapia è una disciplina paramedica complessa, all’estero pienamente riconosciuta anche dal punto di vista legale, come terapia di supporto alla medicina in tanti ambiti sia preventivi che curativi. Lo scopo della musicoterapia è di utilizzare il suono, sia naturale che artificiale, la musica e il movimento per instaurare una relazione tra il terapista e il paziente e di aiutare quest’ultimo a ristabilire forme di comunicazione con se stesso e con il mondo esterno, con le persone che lo circondano.
La musicoterapia utilizza e dà spesso ottimi riscontri anche a supporto della psicologia, aiuta il trattamento di disabili, anche gravi, e di chiunque viva condizioni di forte disagio personale o sociale. E si presta ad essere applicata a gruppi ed a singoli, anche adulti, come le donne in gravidanza e i tossicodipendenti.
Nel caso di Rebibbia la musicoterapia ha lo scopo di creare un clima sereno, nel quale stemperare ed eliminare tensioni e conflittualità, per proporre e far acquisire ai partecipanti nuovi modelli relazionali e di socializzazione.
Già da diversi anni, l’associazione A Roma insieme sperimenta la musicoterapia con i bambini “detenuti” a Rebibbia, dove è inserita nelle attività volte ad assistere i detenuti e a favorirne il recupero e il reinserimento in società. Ad occuparsene, Silvia Riccio, musicoterapista con molti anni di esperienza alle spalle in contesti difficili, e che si occupa anche di bambini con gravi disabilità psichiche e – di recente – di donne operate per il tumore al seno.
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