Trema la criminalità organizzata della capitale: nei primi cinque mesi del 2014 la Guardia di Finanza di Roma, diretta dal generale Ivano Maccani, ha sequestrato beni del valore di settecentocinquantacinque milioni di euro. Una cifra impressionante, se rapportata al fatto che sono proventi ed investimenti di malavita registrati in una sola città, anche se grande, come Roma. Ma questo è solo l’inizio. Gli inquirenti, infatti, ritengono che questo è un primo passo verso il recupero che potrebbe arrivare a due miliardi di euro, dato che sono stati scoperti duecentocinquanta evasori. E’ questa, infatti, la cifra stimata dei redditi nascosti al fisco, che andrebbero a sommarsi agli oltre seicento milioni di danni dovuti alla cattiva gestione dell’amministrazione pubblica. Se è encomiabile il lavoro svolto dalle Fiamme gialle per recuperare il denaro frutto di reati, non vanno sottovalutati i dati forniti proprio dai finanzieri: quest’anno, infatti, da gennaio a maggio, è stato purtroppo registrato un incremento di reati e di conseguenti operazioni investigative della GdF, che ha accertato le accuse poi passate all’esame della Procura.
Lotta al crimine organizzato e finanziario: è questo l’obiettivo primario del procuratore capo Giuseppe Pignatone, impegnato tra l’altro anche a tutelare i circuiti legali del capitale, collaborazione che ha consentito, in molte circostante, di svelare reati societari e fallimentari, riciclaggio, usura, abusivismo finanziario, truffe ai risparmiatori, falsificazione dei mezzi di pagamento e circolazione transfrontaliera di capitali, ma anche tutela del made in Italy. Proprio per il reato di contraffazione, sono state denunciate quasi quattrocento persone, di cui trenta arrestate; sequestrati tredici milioni di falsi prodotti made in Italy come capi d’abbigliamento, giocattoli, prodotti elettrici e cosmetici, che rischiavano di essere pericoli e tossici per gli ignari acquirenti.
Le indagini della Gdf hanno hanno portato all’arresto di quattordici persone per violazioni della normativa antimafia e della legislazione in materia di frodi fiscali, omessa presentazione della dichiarazione, occultamento e distruzione delle scritture contabili. Nella lotta all’evasione fiscale, dalle centinaia di verifiche fiscali effettuate, è stato proposto all’Agenzia dellle Entrate di chiedere un recupero a tassazione di quasi cinque miliardi di euro.
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