“Ci sono due milioni e mezzo di veneti che hanno dato mandato per trattare autonomia. Poi quanta autonomia deve arrivare… da persone serie si discute”. Ha risposto così il segretario della Lega, Matteo Salvini, parlando a ‘Radio Anch’io’ della richiesta avanzata dal governatore Luca Zaia, all’indomani dal referendum votato da chi preferirebbe staccarsi da “un centralismo che ha fallito”.
Un’autonomia per la quale il presidente della regione Lombardia individua una strada differente. “Il nostro quesito non prevede lo statuto speciale” precisa Roberto Maroni, pur sostenendo “sempre pienamente” in collega Zaia: “Vediamo se riusciamo a fare una trattativa comune perché il governo ha già detto che non è disponibile a discutere con lui sullo statuto speciale”.
Sulla discussione aperta dai referendum di domenica 22 ottobre c’è “interesse, rispetto e disponibilità” da parte del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Il Governo è pronto a un confronto di merito con le regioni su queste funzioni – ha detto – per avere regioni più efficienti. E questo è possibile anzi è probabile”. Ovviamente, specifica “nei limiti fissati dalle leggi e dalla Costituzione”. Perché la discussione deve incentrarsi su “come far funzionare meglio l’Italia”, tutta. Non le singole regioni. Osserva ancora il Premier Gentiloni che “non abbiamo bisogno di nuove lacerazioni sociali”, piuttosto di “ricucire invece quelle che la crisi la provocato”.
D’altronde, il divario tra Nord e Sud Italia in fatto di entrate (produzione) e uscite (la regione Veneto spende per il proprio personale dieci volte meno del 1,6 miliardi spesi dalla Sicilia, regione a statuto speciale) è il “punto” del referendum, come osserva il giurista Luca Antonini – ex presidente della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff) e uno dei principali consulenti del Governo e del Parlamento in materia di federalismo – ospite questa mattina di Radio Anch’io, insieme a Matteo Salvini: “Come si spendono le risorse”.
Nessuna forma di razzismo,dunque, sostiene la Lega, anche se il risultato del referendum secondo Enrico Rossi, regione (Toscana) in quota Pd: “sposta il dibattito dalle vere questioni che riguardano il Paese: come funziona la sanità, come si può dare gli stessi diritti a tutti i cittadini, come si può mantenere un paese solidale”.
A.B.
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