Regole alimentari ONU: sotto accusa agroalimentare italiano

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ONU e OMS ravvisano nel consumo dei nostri migliori prodotti italiani un pericolo per la salute. L’Organizzazione delle Nazioni Unite insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella campagna di lotta alle patologie non trasmissibili, ma egualmente gravi e invalidanti – come diabete, cancro e malattie cardiovascolari – ha deciso di mettere all’indice prodotti ricchi di sale e grassi. Nel mirino ci sarebbero diverse specialità tra le più pregiate dell’agroalimentare nostrano: il Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, ad esempio. Questi prodotti potrebbero subire già dall’autunno prossimo lo stesso trattamento di sigarette e alcol: su ogni confezione in vendita una scritta del tipo “nuoce gravemente alla salute”, per avvisare dei pericoli di qualche grammo di sale in più contenuto nella scelta che ci si appresta a consumare.

Tutto nasce da un report del giugno scorso, denominato ‘Time To Deliver’, in cui l’Oms ha presentato una serie di possibili raccomandazioni ai Paesi per ridurre l’impatto negativo di questi cibi e migliorare la regolamentazione.

Nel documento, in cui si fa riferimento alla riduzione del sale anche tramite la fissazione di livelli nei prodotti alimentari e tramite campagne di informazione sui media, non sono esplicitamente menzionati i prodotti del made in Italy ma, secondo un’inchiesta del Sole 24 ore, Parmigiano, prosciutto e olio extravergine potrebbero finire nel mirino dell’Oms.

Se così fosse “siamo alla pazzia pura. Ritengono che facciano bene alla salute prodotti come la Coca Cola o altri perché light e poi ci condannano il Parmigiano o altri prodotti dell’enogastronomia italiana. Su questo faremo una battaglia molto dura”, ha tuonato il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio.

Possibilità che ha scatenato la reazione anche dell’Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, che ricorda come “non esistono cibi buoni e cattivi quando viene incentivato un regime alimentare moderato e variegato, come del resto indica la stessa Dieta mediterranea”.

L’annuncio dell’Onu di voler tassare olio d’oliva, Parmigiano reggiano, Grana, prosciutto e vino equiparandoli a cibi dannosi per la salute “colpisce oltre un prodotto agroalimentare Made in Italy esportato su tre”, secondo la stima di Coldiretti, che denuncia “un atteggiamento schizofrenico” dell’Organizzazione delle Nazioni Unite:

“da una parte riconosce il valore della Dieta Mediterranea come la migliore tanto da essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità, ma dall’altra pensa di colpire gran parte degli alimenti che ne fanno parte”.

Sulla scorta dei sistemi di etichetta a semaforo, adottati in Gran Bretagna e Francia, l’Onu  – precisa Coldiretti – il 27 settembre si prepara a penalizzare i prodotti che contengono zuccheri, grassi e sale, equiparandoli alle sigarette con l’inserimento di immagini choc sulle confezioni per scoraggiarne il consumo, mentre darebbe il via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame. Una posizione priva di solide basi scientifiche.

“Alle Nazioni Unite – denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – si cerca di affermare un modello alimentare fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

Molto più nociva dei cibi con qualche grammo di sale, di zucchero o di olio in più è invece questa ossessione salutista che mette nel calderone anche i prodotti più prelibati e con il miglior apporto a livello proteico, come ad esempio il parmigiano reggiano, sia per la crescita del bambino sia per l’arricchimento della dieta dell’anziano generalmente scarsa in qualità e quantità. Non considerando invece che è proprio l’educazione alimentare il punto su cui fare leva affinché soprattutto le generazioni più recenti imparino a fare un uso corretto di tutte le sostanze necessarie all’organismo, evitando invece qualsiasi eccesso che ipotecare nel tempo la loro salute.
A.B.

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