Il governatore della Campania Vincenzo De Luca indagato per l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari relativi al suo ricorso contro la sospensione dalla carica per l’applicazione della legge Severino, riguardante la condanna dell’allora sindaco di Salerno a un anno di reclusione per abuso di ufficio.
Per il momento sono 7 gli indagati con l’accusa di concussione per induzione, tra cui Anna Scogliamiglio, uno dei giudici che lo scorso 22 luglio ha accolto il ricorso degli avvocati di De Luca, e l’ex capo della segreteria del governatore, Carmelo Mastursi, dimesso ieri dal suo incarico.
L’inchiesta, avviata a Napoli partita da una segnalazione si ora trasferita alla Procura di Roma, competente a svolgere le indagini sui magistrati del Distretto della Corte di Appello di Napoli.
“Sono la parte lesa. Sostengo il lavoro dei magistrati”, si è difeso De Luca in conferenza stampa. “Da Napoli – ha aggiunto – lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo”. Nell’inchiesta sarebbe indagato anche il marito del giudice Scognamiglio, Guglielmo Manna, in relazione a una sua richiesta di passaggio da un’Asl ad un’altra e ad un suo presunto collegamento con la sentenza emessa dal collegio di cui faceva parte la moglie.
Il caso De Luca, che aveva già portato scompiglio in casa Pd, sembra proprio non lasciare respiro a Renzi nella corsa del Partito democratico alle amministrative del 2016. Al momento, il Pd non ha ancora un presentato il suo candidato a sostituto di De Magistris, attuale sindaco di Napoli, anche lui come De Luca, condannato a un anno con pena sospesa per abuso di ufficio.
Il Presidente del Consiglio, che aveva appoggiato nella vicenda il governatore della Campania, si ritrova ora a dover gestire quello che è diventato un vero e proprio caso mediatico, i cui strascichi influenzeranno probabilmente le scelte di chi andrà a votare. Tutto questo, mentre le opposizioni alimentano la polemica, chiedendo a gran voce le dimissioni di De Luca. Da una parte Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera che si scaglia contro l'”ostinata volontà di De Luca di candidarsi, nonostante su di lui pendesse una possibile sospensione dalla carica e la placida compiacenza di Renzi nel permetterglielo”.
Per il senatore Fi Maurizio Gasparri il problema supera il caso De Luca ed attacca direttamente il premier: “Non si può scaricare responsabilità. È il capo dell’organizzazione campana del suo partito che è protagonista di queste vicende. De Luca è quello che è, ma Renzi forse è anche peggio”.
Al governatore della Campania, che grida al “massacro mediatico, barbarie, oltraggio permanente allo stato di diritto, alla Costituzione, alla dignità della persona”, il M5S risponde così: “L’unico oltraggio consumato è quello che Vincenzo De Luca sta facendo alla dignità dei campani e ai cittadini onesti. Chiediamo le immediate dimissioni del governatore e il ritorno alle urne”.
Punta il dito verso il premier anche il consigliere comunale Roberto Celano: “Tutti sono innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Ciò premesso, è opportuno ricordare però che Renzi pretese le dimissioni di Lupi da Ministro in virtù di intercettazioni molto meno gravi di quella tra il marito di un magistrato ed il capo segreteria di un Governatore che si accordano e discutono per “manipolare” un processo”.
Per Stefano Esposito ex assessore dei trasporti capitolini, è giusto usare “lo stesso metro di valutazione usato per Marino, sugli scontrini e sul fatto che non aveva visto la corruzione attorno a lui. Qui c’è un’inchiesta sulla corruzione e, nel migliore dei casi, una trattativa a insaputa di De Luca”.
Intanto, il ministro della Giustizia si dichiara “preoccupato perché si tratta di una vicenda non particolarmente esaltante”, ma è comunque “cauto nel trarre delle conclusioni perché siamo ancora ai primi indizi”.