La flessibilità slitta al 2016, quando i “numeri saranno chiari”. Era stato chiaro Matteo Renzi, parlando di riforme del settore previdenziale: se ne parla solo quando si ha in mano qualcosa di concreto, non si gioca con le pensioni. Il concetto è stato ribadito dai microfoni di ‘Che tempo che fa’: “senza saggezza e senza cifre chiare” si potrebbero fare danni.
La promessa di anticipare la pensione a fronte di una riduzione dell’assegno, era stata fatta a maggio scorso e ripetuta a più riprese sulla stampa, ma sempre tenendo il punto sul fatto che le cifre dovevano essere chiare così come i costi zero per lo Stato. I tecnici, però, non hanno “ancora trovato la soluzione”.
Da qui la decisione di stralciare la revisione della legge Fornero dalla nuova legge di Stabilità che il Governo deve approvare giovedì prossimo e farla diventare, con ogni probabilità, un provvedimento a sé stante. Un Provvedimento sul quale, peraltro, non sono solo i numeri a essere in ballo ma anche la sintesi con i sindacati.
Il leader della Cgil, Susanna Camusso, giudica “sbagliato rinviare la scelta e pensare si tratti di qualche aggiustamento emergenziale, scaricando gli oneri sui lavoratori”. Anche il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ricorda come lo stesso presidente del Consiglio aveva ripetutamente annunciato che la riforma delle pensioni sarebbe stata fatta con la legge di stabilità: “La Uil non si rassegna a derubricare questo tema e continuerà la mobilitazione in tutto il Paese affinché nel corso dell’iter parlamentare di approvazione della legge sia data una risposta positiva alle attese dei lavoratori e dei giovani”.
Per Annamaria Furlan, Cisl, “questo è un Paese che tiene inchiodati fino a 66 anni i lavoratori e abbiamo ancora il percentuali altissime di giovani disoccupati. Vogliamo verificare con il governo se ci sono intenzioni serie o siamo continuamente agli annunci, se questo tema è una cosa seria o qualcosa che serve calendarizzare attraverso spot televisivi che poco interessano agli italiani”.
Anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, aveva puntualizzato, giovedì scorso, che “se si interviene sulle pensioni è bene fare un intervento serio, non considerare interventi parziali. Bisogna cercare di fare l’ultima riforma delle pensioni”.
Un richiamo, fatto da chi è stato chiamato a governare il sistema previdenziale nazionale, che suona come un chiarissimo monito al Governo. Che oggi, infatti, prende tempo e rifà i compiti a casa. In attesa del prossimo anno.
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