Finiti gli appelli, gli incoraggiamenti, le messe in guardia. Il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik, e’ pronto ad abbandonare le ultime esitazioni, a passare dalle minacce ai fatti, inviando una lettera di messa in mora all’Italia per la situazione dei rifiuti a Napoli. Sulla lettera, che rappresenta l’avvio di una nuova procedura d’infrazione al Trattato Ue, si pronuncera’ giovedi’ 29 settembre il collegio dei commissari europei.
Cosi’, salvo rinvii dell’ultima ora, l’Italia avra’ due mesi di tempo per reagire. Il passo successivo, in caso di inadempienza alle richieste della Commissione europea, e’ la messa sotto accusa alla Corte di giustizia della Ue, accompagnata di sanzioni pecuniarie. Immediata la reazione alla notizia, del vice sindaco di Napoli, Tommaso Sodano, che ha detto di ”non essere stupito, in quanto il piano presentato dalla Regione Campania, prevede un eccesso di inceneritori, in contrasto con le direttive Ue”. La posta in gioco e’ elevata, in quanto gia’ il 4 marzo dello scorso anno la Corte Ue ha condannato l’Italia per ”non avere adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti a Napoli”. I giudici europei, al pari di Bruxelles, ritenevano che ”quella situazione rappresentasse un pericolo per la salute umana e l’ambiente”. In caso di seconda condanna da parte della Corte di giustizia la fattura da pagare sarebbe particolarmente ‘salata’: in linea di principio infatti, le sanzioni vengono calcolate sulle carenze di gestione passate e future. Su questo fronte c’e’ purtroppo un precedente allarmante. In effetti nel 2000, per la prima volta nella storia dell’Ue, un paese europeo – in quel caso la Grecia – venne condannato per la presenza di scarichi incontrollati di rifiuti nel torrente Kouroupitos (Creta) a 200 metri dal mare. I giudici europei applicarono ad Atene una multa giornaliera di 20mila euro, fino all’effettiva applicazione di due direttive europee a tutela dell’ambiente. Ancora nel giugno scorso il commissario Potocnik lanciava l’ennesimo appello affermando che da mesi la Commissione Ue e’ in contatto con le autorita’ italiane a tutti i livelli, e ha condotto una missione in Campania. Ma ”i miglioramenti reali – sottolineava – devono essere visti e confermati dai cittadini: l’assenza di questi miglioramenti lascia all’Esecutivo Ue poco spazio, se non quello di perseguire attivamente la procedura di infrazione”. La parola e’ ora alla Commissione europea.
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