Dopo una sospensione di 4 ore e mezza, e’ ripreso nell’Aula del Senato, tra mille polemiche e altrettanti intoppi, l’esame degli emendamenti al ddl Riforme. Lo stop ai lavori era stato imposto questa mattina dal presidente Pietro Grasso che ha convocato la Giunta per il Regolamento perche’ si pronunciasse sulla legittimita’ dell’applicazione della cosiddetta norma ‘canguro’, che permette di far decadere tutti gli emendamenti analoghi a quelli gia’ votati dall’Aula. La Giunta per il Regolamento del Senato si è pronunciata nel senso della legittimità della norma e, come sostenuto dal presidente del Senato, può esser applicata anche a un disegno di legge di revisione costituzionale. La Giunta si e’ espressa con dieci voti a favore e quattro contrari, quelli di Sel, Lega e M5S. La regola del ‘canguro’ verrà subito applicata sull’emendamento di Sel in discussione che, se bocciato, farà saltare 38 emendamenti. Ieri, invece, la sua appplicazione aveva portato alla cancellazione di ben 1400 emendamenti, considerati superati, tra le proteste dell’opposizione.
La Giunta per il Regolamento era stata convocata da Grasso questa mattina dopo le ripetute richieste presentate da diversi senatori. La prouncia e’ arrivata al termine di una riunione durata circa 3 ore e mezza.
“Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore“, assicura intanto nella sua newsletter il premier Matteo Renzi. Il Pd, con il senatore Francesco Russo, si dice persuaso che ci siano “buone speranze” di riuscire a portare a casa il via libera del Senato alla riforma entro l’8 agosto, come auspicato dal governo. Ma anche se non fosse così si andrà avanti a oltranza perché “le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario – afferma Renzi – ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude. Questa è la volta buona, costi quel che costi“.
Il tentativo della maggioranza è concludere oggi tutti gli emendamenti all’articolo 1 del ddl costituzionale. L’opposizione cercherà invece di far passare con il voto segreto l’emendamento presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani per ridurre il numero dei deputati da 630 a 500. Per evitare che ciò accada, già preannuncia Loredana De Petris (Sel), il Pd provocherà “un incidente sul voto segreto“, con la possibilità che venga riconvocata la giunta del regolamento e di nuovo sospese le votazioni.
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