Proprio nel giorno in cui Papa Francesco riunisce le famiglie per un incontro ed una veglia di preghiera, in vista del mini-concilio che si apre domani, 5 ottobre, incentrato sul tema ‘famiglia’, il sindaco Ignazio Marino ha deciso di punire coloro che vi credono ancora e che nonostante la crisi hanno più di due figli, e magari senza aver dovuto ricorrere a fecondazione né omologa né eterologa.
Mentre in Parlamento si lavora per legiferare a sostegno della frequenza dei nidi scolastici, sono diversi i Comuni che a corto di soldi hanno deciso di alzare le rette di frequenza delle istituzioni di accoglienza dei bimbi fino a tre anni. Come a Roma, dove la Giunta capitolina nella foga di cancellare anche le ultime tracce della precedente amministrazione di centrodestra, guidata da Alemanno, e di razziare tutto il denaro possibile per le vuote casse del Comune (ben 75 consulenti all’ottobre 2013 – fonte Corriere della Sera – ma varrebbe la pena riguardarsi sul sito del Comune di Roma tutte le delibere, una per una) ha in un sol colpo aumentato le tariffe per gli asili nido e fatto scomparire la gratuità per il terzo figlio. Mettendo in crisi le famiglie con meno risorse, soprattutto se numerose.
Ma il provvedimento purtroppo per lui, non è passato sotto silenzio: qualcuno ha letto sull’argomento, nei giorni scorsi, qualcosa sui giornali? E così la mattina della festa del Patrono d’Italia il colle capitolino è stato preso d’assalto dai contestatori che intorno al Marc’Aurelio hanno piazzato ben 1000 passeggini vuoti. Capitanati dall’ex assessore alle politiche scolastiche e della famiglia, Gianluigi De Palo, mamme e papà romani, figli, hanno protestato contro i rincari “fatti da Marino senza che le famiglie lo sapessero”.
«Senza politiche per la famiglia l’Italia muore. Guardi questi passeggini vuoti, non fanno pensare? Non impongono riflessioni e azioni? Le famiglia non hanno mai protestato, non hanno mai alzato cartelli, e anche oggi sorridono. Ma questi sono sorrisi di gente motivata, di gente che ora pretende risposte».
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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