La Camera ha detto no alla sfiducia a Saverio Romano con 315 voti. I favorevoli sono stati 294. I votanti sono stati 609.Tensione e cartelli in aula a Montecitorio dove si è votata la sfiducia proprio al ministro Romano di cui i pm di Palermo hanno chiesto il rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa. Nel frattempo , di fronte alla camera, ci sono stati tumulti ed un presidio oltre ad essere convocata una manifestazione.
Al voto ci sono stati 19 assenti di cui 2 di Fli (Tremaglia e Buonfiglio), 7 del Pd (6 Radicali più Marianna Madia che sta partorendo), 6 del Pdl, 1 dell’Udc. Tra gli assenti anche Calogero Mannino (Mpa), Roberto Commercio e Antonio Gaglione del gruppo Misto. Scorrendo i tabulati della votazione si scopre che i gruppi di Idv, lega e Pt non avevano nessun assente, mentre Pd e Pdl sono quelli con più deputati a non rispondere alla ‘chiama’. Tra gli assenti del Pdl, viene segnalato che Maria Teresa Armosino, Nicola Cristaldi e Pietro Franzoso sono malati “Adesso c’é da continuare a lavorare”. “I 315 voti contro la mozione – commenta a caldo Romano – sono un dato positivo, perché è una maggioranza qualificata, nonostante numerose assenze. C’è tanto spazio – prosegue – per fare le riforme e continuare fino alla fine della legislatura” “Abbiamo fatto i conti e sommando i 315 voti alle persone assenti, la maggioranza è a quota 325″.”Quello che un tempo era l’ordine giudiziario ormai ha soverchiato il Parlamento e ne vuole condizionare le scelte” aveva riferito il ministro in Aula alla Camera. “Sono molto amareggiato, perché al di là della mia persona, hanno disperso un patrimonio valoriale sui principi della legalità e del garantismo” ha aggiunto.”Mi sembra si sia aperta la campagna elettorale, per l’esperienza che ho” commenta il presidente della Camera Gianfranco Fini rispondendo a chi, alla sua uscita dall’aula, gli chiede un commento su una seduta. I deputati radicali non hanno partecipato. Ogni volta che uno di essi viene chiamato a votare, urlano in coro “Amnistia!” Il Pd apre, invece, il ‘processo’ ai 6 deputati Radicali che non hanno votato la mozione. Oggi, nel direttivo del Gruppo, se ne valuterà l’espulsione. “E’ stato un comportamento incomprensibile e intollerabile” conferma il capogruppo Dario Franceschini. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il capogruppo Dario Franceschini hanno convocato l’ufficio di presidenza mentre era ancora in corso il voto di sfiducia. “Riuniamo il direttivo del Gruppo – afferma Franceschini – che per statuto è competente a valutare questi casi. Già oggi nel voto sulle professioni sanitarie i Radicali avevano votato in modo diverso dal gruppo. Ma sulla sfiducia stiamo parlando di un voto tutto politico nei confronti di un ministro e i Radicali hanno adottato una posizione senza nemmeno comunicarla”. Sono quattro le sanzioni previste e che oggi, appunto, il direttivo valuterà: il richiamo orale che è già stato fatto in aula, il richiamo scritto, la sospensione e l’espulsione. I vertici del Gruppo parleranno con i Radicali ma, a quanto si apprende, il comportamento dei sei deputati viene considerato degno di espulsione. Silvio Berlusconi è “molto soddisfatto, anche perché ci sono stati 315 voti con le assenze giustificate e questo significa che la maggioranza è a 325 e si possono fare le riforme” sottolinea il ministro Saverio Romano, dopo un colloquio con Silvio Berlusconi, subito dopo il voto sulla sua sfiducia di Cosentino, sostegno alla cricca della Protezione Civile. Rospi da ingoiare in cambio del Federalismo. Invece le manovre del Governo hanno strangolato comuni e regioni e fatto abortire il Federalismo Fiscale” dichiara Daniele Marantelli, deputato Pd. “Per questo – aggiunge – anche i sindaci di destra e del Carroccio si sono opposti alle misure del Governo. Sono in pericolo servizi come gli asili nido, le scuole materne, il trasporto pubblico. Si sono colpiti con le manovre i lavoratori, pensionati, risparmiatori. Anche l’aumento dell’IVA é una misura iniqua che danneggia consumatori e commercianti. Non c’é una decisione del Governo che aiuti il lavoro, il rilancio nella crescita, i giovani, gli artigiani e le piccole imprese”. “Però, su ordine di Berlusconi – prosegue Marantelli – la Lega ha negato l’arresto dell’On. Milanese stretto collaboratore di Tremonti. Però, su ordine di Berlusconi, oggi rinnova la fiducia al Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, imputato per concorso esterno di associazione mafiosa. Che impressione vedere ministri e deputati leghisti – conclude Marantelli – baciare la mano del Ministro Romano. Ma forse si tratta solo di un regalo per il compleanno di domani di Silvio Berlusconi. L’ennesimo regalo. Colpisce in particolare che il Ministro dell’Interno copra un Ministro accusato di associazione mafiosa. E’ oggettivamente un segnale negativo verso l’impegno di migliaia di poliziotti, carabinieri, magistrati, impegnati in prima linea, spesso a rischio della loro vita, nel contrastare a mafia, camorra, ‘ndrangheta, un cancro radicato orami in tutto il paese”
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