La gente comincia a rubare per sfamarsi. E non si tratta solo di poveri immigrati o rifugiati politici. In questo caso si tratta di due coniugi, una mamma e un papà, con la necessità di sfamare cinque figli. È accaduto questa mattina in un supermercato di Treviglio, nella Bassa Bergamasca. Fermati alle casse con generi alimentari e anche capi d’abbigliamento per circa 200 euro, nascosti in alcune borse, alla polizia intervenuta su richiesta della vigilanza non hanno saputo mentire confessando di avere 5 bambini e di non sapere come sfamarli perché entrambi hanno perso da poco il lavoro. Accertata la veridicità di quanto dichiarato, gli agenti del commissariato di polizia di Treviglio non se la solo sentita di arrestare la coppia ma si sono limitati a denunciare i due quarantenni residenti nella vicina cittadina di Caravaggio (Bergamo), lui di origine albanese e la moglie nativa di Varese. Se non esistono scuse che giustifichino un crimine, davanti a casi disperati come il furto di cibo per le piccole bocche che a casa aspettano fameliche, è quanto mai opportuno e urgente che le autorità affrontino il problema che ignorano, presi come sono a ripianare i conti dello Stato, prima, e a cercare di formare il nuovo governo ora. Le denunce di furti spinti dalla povertà sono sempre più numerose, anche se sono tanti i casi in cui gli addetti alla sorveglianza di un supermercato considerano le condizioni di chi si mette sotto il cappotto qualcosa da portare in tavola per cena e spesso chiudono un occhio. Ma diventare fuorilegge per colpa della crisi non può e non deve considerarsi un delitto.
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