Ogni giorno è quello successivo al precedente. Ma può assumere un significato del tutto differente se l’oggi segue il giorno dell’informativa del premier a Palazzo Madama su una presunta trattativa tra la Lega e personalità di nazionalità russa. Dove Conte ha ripetuto più volte che si ha il dovere di dialogare con i parlamentari quando si è al governo, quasi a segnare una distanza con la scelta di Salvini di rifiutare di presentarsi davanti al Senato. Un passaggio che sembra differenziare ulteriormente la sua posizione da quella del leader della Lega, del quale smentisce anche la ricostruzione secondo cui Savoini non era nella sua delegazione nel viaggio del luglio 2018 a Mosca. Per arrivare infine alla conclusione, che farà ulteriormente arrabbiare i leghisti e reagire Salvini: «A questo consesso tornerò ove mai dovessero maturare le condizioni per una cessazione anticipata del mio incarico».
All’affondo del premier su Russia e Tav il leader leghista risponde con un laconico «Basta giochetti, sta cercando voti» . Ma precisa anche di sentirsi distante dalle polemiche che non vuole commentare. Ai suoi uomini spiega: «Il caso Russia è morto e sepolto, un film di spionaggio di serie B». Quanto al passaggio di Conte che lo chiama in causa per non aver fornito nessuna indicazione, risponde: «Il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare questa cosa, ma non è stata scortesia istituzionale, erano solo informazioni inutili. È coerente con quello che ho detto finora. Non c’è nulla da sapere». E su Savoini ribadisce che non è mai partito con le delegazioni del Viminale. Ma è il passaggio chiave del discorso di Conte, quell’accenno alla possibilità che torni in Aula «nel caso maturino le condizioni per una cessazione anticipata del mio incarico», che irrita profondamente Salvini. Il quale fa notare ai suoi che non si tratta di una frase sfuggita sull’onda dell’emozione, visto che il discorso era scritto ed è stato letto.
Che cosa significa quella frase, si interroga il vicepremier. Che chiederà la fiducia su se stesso, ma su cosa? Sulla mozione della Tav?La notte porta consiglio (?) e in mattinata Salvini è di nuovo all’attacco: “Le parole di Conte? Mi interessano meno di zero”, aveva detto commentando su Radio anch’io le parole di ieri del premier Conte nell’Aula del Senato. Mentre annuncia un imminente colloquio con l’altro vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio. Un colloquio di un’ora circa tra Di Maio e Salvini a Palazzo Chigi. I due vicepremier, che non si vedevano dallo sorso 11 luglio, hanno fatto il punto della situazione politica alla luce degli avvenimenti dell’ultima settimana. Il vertice ‘è andato bene’, ha detto il ministro dell’Interno al termine dell’incontro. Salvini ha riferito di non aver visto anche il premier Conte dopo Di Maio. E a chi gli chiedeva cosa rispondesse al presidente del Consiglio sul fatto che bisogna lavorare e non far polemiche, Salvini ha risposto: “Bene, perfetto, sono d’accordo”.
“Mi alzo ogni mattina per andare al Viminale per lavorare – ha aggiunto -. Io finché posso far le cose sto al governo, se dovessi accorgermi che sto al governo per non fare le cose…”.
“C’è un’inchiesta e buona caccia al tesoro che non c’è“, ha detto in un altro passaggio parlando del cosiddetto ‘Russiagate’ italiano. Il vicepremier ha sminuito il caso parlando di un caso di “fantasy di spionaggio in Russia”, “una storia dell’estate”. “Ci pagano per far lavorare le persone, per sistemare strade e autostrade”, ha sottolineato Salvini, aggiungendo che “ieri Conte al Senato ha detto quello che dico io da settimane. Non ho mai preso un rublo, vado all’estero per far politica non per far accordi commerciali. Incontrare ministri è il mio lavoro, per l’interesse nazionale italiano”.
Luigi Di Maio intanto ha invitato a stoppare le polemiche. “Non litigare e non alimentare litigi. Mettiamoci tutti al lavoro per il Paese”. “Se noi avessimo il sospetto che la Lega avesse preso anche un solo euro di quell’affare russo non staremmo al governo insieme“. “Io credo – rimarca – non ci sia bisogno di alimentare i litigi all’interno del governo, questo è il momento di lavorare per ottenere altri obiettivi”.
Ma tra Conte e Salvini la tensione c’è e non accenna a placarsi. ”Dobbiamo lavorare, non chiacchierare”, ha detto il premier uscendo a sorpresa da Palazzo Chigi per mangiare con il suo staff del sushi in un ristorante poco distante, aggiungendo: “Che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa è assolutamente fantasioso”. Passo svelto, mentre cameraman e fotografi lo inseguono, il presidente del consiglio si allontana mentre a P. Chigi è ancora in corso il pranzo tra i suoi due vice.
La replica di Salvini: “Conte dice di lavorare? Bene, perfetto, sono d’accordo” . Poi però ha aggiunto: “Siamo una forza libera, che è al governo per il bene del Paese.Finché abbiamo certezza che il Paese si può cambiare dal punto di vista del taglio delle tasse, della riforma della giustizia e del lavoro andiamo avanti. Nessuno ci costringe a stare al governo, altri partiti e parlamentari evidentemente hanno il terrore di andare a elezioni, noi no. Finché si può sbloccare il Paese noi rimaniamo qua”. Affermazioni più pacate e concilianti di quelle che in mattinata avevano contribuito ad alzare ancora una volta la tensione nel governo.
A.B.
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